Desidero segnalare l’errore e l’ambiguità della domanda n. 36 proposta nel test per la classe di concorso A036.
La domanda è la seguente:
Secondo Lewin i conflitti sono classificabili in:
A. conflitti di avvicinamento; di allontanamento; di avvicinamento e allontanamento
B. conflitti a valenza positiva, valenza negativa o valenza alternata
C. conflitti interindividuali e intraindividuali
D. conflitti consci, preconsci, subconsci
Il Ministero pone la risposta A come valida, ma tale item è oltremodo ambiguo e fuorviante, perché sia la risposta B che C contengono profili di plausibilità.
Pertanto, alla luce della considerazioni qui svolte, appare evidente che la domanda proposta è assolutamente errata, ambigua e capziosa nell’impostazione generale e nella proposizione e formulazione delle alternative, che non risultano escludersi vicendevolmente.
Pertanto, generando ambiguità, non consente di poter discriminare in maniera apodittica la risposta corretta.
Tale domanda, perciò, ammettendo la fondatezza delle risposte A-B-C, non può essere ritenuta valida, venendo meno la conditio sine qua non per la costruzione degli item di questa tipologia di test, ossia il criterio di univocità, che deve rendere inequivocabile ed esclusiva la validità della risposta corretta e rendere “lineari” e non ambigui i distrattori presenti
Di seguito il contributo sulla teoria del conflitto di Lewin in cui la sovrapposizione tra la risposta A e B risulta assolutamente evidente.
Di seguito il contributo tratto da:
Ed.Borla – Sheldon J.Korchin – Psicologia Clinica Moderna
“Secondo Lewin (1931) i conflitti sono di tre tipi: conflitti appetitivi, conflitti avversivi, conflitti appetitivi-avversivi.
Il conflitto appetitivo si ha quando la persona ha una sola possibilità di scelta tra due situazioni che ugualmente la attirano e cioè a valenza positiva. Si determina così una situazione instabile e fluttuante fra le due soluzioni A e B. Quando il soggetto si avvicina mentalmente alla soluzione A di cui, inizialmente, vede solo i vantaggi comincia a vederne anche i lati negativi. Allora si sposta, mentalmente, sulla scelta B ma succede la stessa cosa di A. Inizialmente da lontano vede solo i van-taggi, poi man mano che si avvicina, comincia a intravedere anche gli aspetti negativi. Si tratta di un’oscillazione che si risolverà con la scelta di una delle due possibilità.
Il conflitto avversivo si realizza quando il soggetto deve scegliere fra due situazioni che non lo attraggono, quindi entrambe a valenza negativa. Perché il conflitto si realizzi ci deve essere una bar-riera di costrizione che obbliga a una delle due scelte, altrimenti il soggetto cercherà di evitare la si-tuazione. La soluzione di questo conflitto consiste nello scegliere la possibilità che appare meno ne-gativa.
Il conflitto appetitivo-avversivo (o conflitto di ambivalenza) si realizza quando la meta presenta aspetti positivi e negativi; in questo caso si creano delle tensioni e dei sotto-obiettivi sui quali si ba-serà la scelta di affrontare o non affrontare quel determinato compito od obiettivo. Questi piccoli sotto-obiettivi possono consentire di affrontare il compito con la giusta carica di energia. Inoltre essi permettono di alternare momenti di tensione e di distensione, impedendo di rimanere in uno stato iniziale di indecisione.”
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