Vorrei segnalare alcune inesattezze presenti nelle domande delle prove tfa A051, di cui noto si stia parlando poco.
A051, domanda 17: Il principio ordinatore della materia nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio è:
A) Dal grande al piccolo B) Dall’inanimato all’animato C) Dal animato all’inanimato D) Dal piccolo al grande.
Il Miur segnala come risposta corretta la A, ma vorrei porre l’attenzione sul fatto che a mio avviso nessuna delle risposte potrebbe essere considerata giusta. L’indice generale dell’opera, riportata dai manuali scolastici, propone questa successione di argomenti: “ II Cosmologia e Geografia fisica, III-VI Geografia, VII Antropologia, VIII-XI Zoologia, XII-XIX Botanica, XX-XXXII Medicina, XXXIII-XXXVII Metallurgia e mineralogia (con ampi excursus sulla storia dell’arte)” (cit. da CONTE-PIANEZZOLA, Storia e testi della letteratura latina, 2003, vol. 3, p. 310). Si comprenderà bene come sia errato tanto il considerare la “grandezza-piccolezza” quanto il riferirsi ai concetti “animato-inanimato”. I pianeti sono senz’altro più “grandi” della terra e delle forme di vita, ma perché l’uomo, che dovrebbe rientrare nell’Antropologia, dovrebbe essere “più grande” di tutti gli animali, che probabilmente la “zoologia” tratta globalmente? E in che modo è possibile quantificare la “grandezza” di materie astratte come la “medicina” e “l’antropologia” per metterle a confronto con le altre categorie? E se l’ultimo libro contiene “excursus sulla storia dell’arte”, in che modo ciò viene considerato in questo ipotetico “principio ordinatore della materia” di cui parla la domanda? Considerando il criterio dell’animato-inanimato, si comprende ancor meno: cosmologia e geografia trattano di inanimati, ma dopo la parentesi “animata” comprendente antropologia e zoologia, si passa nuovamente all’inanimato con botanica e mineralogia, pur restando “fuori classifica” la medicina. Aggiungo a ciò che, se il sopracitato Conte-Pianezzola non parla affatto di tale principio ordinatore, nel Ronconi-Tosani-Pandoi, Storia e antologia della letteratura latina, 1970, vol. 3, p. 111, si legge esplicitamente: “… la materia non è né ordinata né dominata; alla meticolosa erudizione non corrisponde l a capacità di coordinarla in una sintesi organica”.
A051, domanda 49: La proclamazione della repubblica da parte di Mustafa Kemal, detto Atatürk, risale al: A) 1922 B) 1908 C) 1941 D) 1958.
Anche se la data “più vicina” nel tempo è quella contenuta nella risposta A, resta il problema che nessuna delle risposte è corretta. La formazione Repubblica, infatti, è successiva al termine della guerra greco-turca (1922) e facendo la domanda esplicito riferimento alla sua istituzione, la risposta è invece 1923, come si evince, ad esempio, nel Giardina-Sabatucci-Vidotto, profili storici, vol.3.1, p. 386: “nel novembre ’22 venne abolito il sultanato e, un anno dopo, fu proclamata la repubblica”.
A051, domanda 38: Che cos’è una sestina? A) Un particolare tipo di canzone con strofe di sei versi con parole-rima che ricorrono B) Una catena consecutiva di sei liriche tra loro correlate C) Un componimento poetico scritto per essere eseguito a sei voci D) Un componimento di sei versi.
Pur avendo io stessa rintracciato “la risposta che il Miur voleva”, ritengo che la risposta sia non univoca, dato che vi sono (per attenersi al campo letterario) almeno due accezioni: la cosiddetta sestina “lirica”, che può essere definita con la risposta A, e quella per la quale la risposta potrebbe essere tranquillamente indicata dalla lettera D, non essendoci specifiche nella domanda. Così riporta, ad esempio, il Tateo, Istituzioni di Letteratura Italiana, Bari 2004, p. 119: “Sestina è generalmente detta la strofa di sei versi, le cui rime possono essere alternate (ABABAB), o alternate e in fine baciate (ABABCC), o essere distribuite in tre coppie successive (AABBCC). […] La sestina lirica è invece un artificioso sistema appartenente al genere delle canzoni. I sei endecasillabi della strofa hanno tutti un’uscita diversa, che viene ripresa nelle altre strofe col sistema della parola rima fino a esaurire le possibili combinazioni. Ogni strofa successiva al la prima dispone le rime modificando l’ordine che esse hanno nella strofa precedente in questo modo: ABCDEF FAEBDC e così via fino alla sesta strofa…”.
Mi associo, altresì alle critiche verso alcune altre domande inesatte del test per A043/A050, delle quale più diffusamente si legge in varie testate legate al mondo della scuola per la qual ragione mi soffermo con meno puntigliosità: A043/A050, domanda 41: Solone divise gli ateniesi in quattro classi sociali: A) in base al censo B) in base ai loro redditi agrari C) in base alle loro origini familiari D) in base a criteri di natura puramente politica. L’ambiguità risiede nel fatto che la riforma di Solone è stata formulata in base al censo, ma, di fatto, era un censo calcolato su base agraria, ovvero in medimni (unità di peso del grano) o metreti (unità di volume del vino o dell’olio), tanto è vero che la classe più alta prendeva da ciò il nome di Pentacosiomedimni (reddito di 500 medimni di grano) e che la riforma lasciò insoddisfatte le classi dei mercanti, armatori e artigiani, in quanto, anche se ricchi, non possidenti in materia agricola.
A043/A050, domanda 38: Cosa rappresenta il Zollverein del 1843? A) Un’unione commerciale di stampo liberista fra la Prussia e gli altri stati tedeschi B) Un patto diplomatico fra Prussia e Austria C) L’unione politica degli stati della Confederazione del Nord e la Prussia D) Un trattato doganale fra Baviera e Prussia Dato che l’unione commerciale risale al 1834, la domanda avrebbe potuto far pensare all’esistenza di più patti con uguale denominazione o a delle specifiche successive dello stesso accordo.
A043/A050, domanda 42: Alla fine delle guerre puniche quale tra le seguenti regioni non era una provincia romana? A) Gallia Transalpina B) Africa C) Gallia Cisalpina D) Sicilia Dopo un momento di disorientamento derivato dalla perfetta conoscenza del concetto di “provincia” nel mondo romano, dalle risposte proposte mi sono resa conto di non dover far affidamento su quanto sapevo ma capire “ciò che il Miur voleva sapere”, deducendone che la malposta domanda si riferisse a quale fosse il territorio che cronologicamente Roma dominò (ben diverso dal “ridurre in provincia”) più tardi nel tempo. Sottolineo per dovere di cronaca quanto già fatto notare da altri, e cioè che la Gallia Cisalpina venne realmente istituita “provincia” sotto Silla. Sottolineo quanto sia grave la presenza di errori grossolani o formulazioni ambigue e fuorvianti all’interno di un test che ha pretesa di oggettività di valutazione (come ben ci insegna l’uso nelle nostre scuole di test Invalsi e simili, l’inequivocabilità nella risposta è peculiarità imprescindibile di tale tipologia di valutazione). Se un test è a risposta multipla, deve essere oggettivo e dalla risposta univoca, non devo essere io di volta in volta a chiedermi “cosa realmente intendeva chi ha formulato la domanda”, non devo fare alcun processo alle intenzioni.
É nell’interesse di tutte le parti che la questione venga chiarita e risolta a monte e senza rischi di eventuali ricorsi, così che l’iter concorsuale possa procedere senza intoppi, nella trasparenza che una prova con pretese di oggettività deve avere.
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