Dagli ultimi resoconti sindacali sembrerebbe che in merito alla nostra questione (mobilità interprovinciale alle stesse condizioni di quella provinciale, come recita la legge) il Miur non voglia “cedere”.
Ma cedere su cosa? Questo ci domandiamo!
Cosa stiamo chiedendo di così complicato? Noi non stiamo chiedendo di eliminare gli ambiti (e tutte le loro conseguenze), stiamo solo chiedendo (e non dovrebbe essere necessario !) che, a questo punto, venga rispettata questa meravigliosa legge che hanno approvato senza nessuna logica e senza nessun criterio. La legge prevede che la MOBILITÀ sia fatta per ambiti territoriali, senza differenziare la mobilità provinciale, interprovinciale e professionale.
Se si vuole interpretare estensivamente la normativa, nel senso di applicare la procedura relativa agli ambiti ai neoimmessi in fase B e C (che sono stati assunti con questa legge che appunto prevede il loro inserimento negli ambiti territoriali che loro hanno accettato presentando la domanda), escludendola per chi era stato già immesso in ruolo con regole totalmente diverse, ció deve essere fatto per TUTTI i docenti che chiedono mobilità (sia essa provinciale, interprovinciale o professionale) e non può essere limitata solo a quella provinciale. Se ció non avverrà, ci troveremo di fronte ad una evidente ed illegittima disparità di trattamento tra docenti che nella legge sono trattati allo stesso modo, con la conseguente violazione dell’art. 3 della Costituzione.
A quanto sembra, inoltre, si vorrebbe consentire a chi é stato assunto in fase 0 ed A di chiedere mobilità interprovinciale.negli ambiti anche se la legge per loro prevede mobilità solo in provincia e su scuola (ovviamente in fase successiva a quella che riguarda gli immessi entro il 2014/15).
Quindi, così facendo i docenti immobilizzati fuori provincia sarebbero equiparati ai neoassunti e non agli altri colleghi di ruolo ante legem. Inutile evidenziare ancora una volta come ció sia assolutamente ingiusto e non conforme a quanto previsto dalla legge.
Se non sarà rispettato il nostro sacrosanto diritto alla mobilità interprovinciale e se la stessa non sarà effettuata in modo equo rispetto alla provinciale (ovviamente, inutile precisarlo, con precedenza su tutti i posti disponibili in organico dell’autonomia, ivi compresi quelli di potenziamento occupati in via provvisoria dai neoassunti, come previsto dal comma n. 108), saremo costretti, nostro malgrado, a fare ricorso per disparità di trattamento e a chiedere il risarcimento di tutti i danni materiali, morali e biologici subiti e subendi. Grazie per l’attenzione.