Malgrado l’opera di risanamento dell’edilizia scolastica degli ultimi decenni, in Italia il 5% degli istituti è a ancora rischio amianto: il tristemente noto materiale cancerogeno, assai resistente (anche al fuoco) che con le sue polveri provoca tumori all’apparato respiratorio, sarebbe presente all’interno delle strutture di 2.400 su quasi 42.000 istituti scolastici.
A sostenerlo, secondo un articolo pubblicato il 9 agosto su un quotidiano nazionale, è un dossier del ministero dell’istruzione. In base a quanto riporta l’articolo l’amianto sarebbe presente “sui tetti, nelle palestre, nei muri”.
A preoccupare maggiormente viale Trastevere è però un altro dato: quello della ‘sparizione’ dei 358 milioni di euro, annunciati in primavera dal ministro Gelmini. Si tratta dei fondi finalizzati a completare l’anno problema dell’edilizia scolastica, tra le cui priorità vi sarebbe proprio l’esigenza di “liberare” tutte le scuole italiano dall’amianto. L’ultima manovra finanziaria però non li cita.
I soldi, dice il quotidiano, potrebbero anche riapparire nella prossima manovra ‘invernale’ ma non c’è alcuna garanzia, e intanto le scuole in autunno riapriranno, anche quelle contaminate.
Il quotidiano cita anche alcune delle scuole tuttora non bonificate secondo il dossier ministeriale. Fra le altre il prestigioso liceo romano ‘Tasso’, la media ‘Bitossi’ a Balduina sempre nella capitale. Anche al nord la situazione è critica: sarebbero 34 solo le scuole di Milano interessate al problema. Ma è a Torino che la situazione è forse più difficile. Qui la Procura sta indagando sulla morte di ben 27 insegnanti: l’ipotesi, ancora da verificare, è che siano legate al contatto con l’amianto. Le indagini sono state intensificate dopo che Domenico Mele, maestro in pensione della “Don Milani” due anni fa parlò con i magistrati ricordando i lavori di bonifica svolti mentre in classe continuavano le lezioni. Pochi mesi dopo l’ex insegnante di scuola primaria è morto per un tumore.
A preoccupare maggiormente viale Trastevere è però un altro dato: quello della ‘sparizione’ dei 358 milioni di euro, annunciati in primavera dal ministro Gelmini. Si tratta dei fondi finalizzati a completare l’anno problema dell’edilizia scolastica, tra le cui priorità vi sarebbe proprio l’esigenza di “liberare” tutte le scuole italiano dall’amianto. L’ultima manovra finanziaria però non li cita.
I soldi, dice il quotidiano, potrebbero anche riapparire nella prossima manovra ‘invernale’ ma non c’è alcuna garanzia, e intanto le scuole in autunno riapriranno, anche quelle contaminate.
Il quotidiano cita anche alcune delle scuole tuttora non bonificate secondo il dossier ministeriale. Fra le altre il prestigioso liceo romano ‘Tasso’, la media ‘Bitossi’ a Balduina sempre nella capitale. Anche al nord la situazione è critica: sarebbero 34 solo le scuole di Milano interessate al problema. Ma è a Torino che la situazione è forse più difficile. Qui la Procura sta indagando sulla morte di ben 27 insegnanti: l’ipotesi, ancora da verificare, è che siano legate al contatto con l’amianto. Le indagini sono state intensificate dopo che Domenico Mele, maestro in pensione della “Don Milani” due anni fa parlò con i magistrati ricordando i lavori di bonifica svolti mentre in classe continuavano le lezioni. Pochi mesi dopo l’ex insegnante di scuola primaria è morto per un tumore.