Sono passati trent’anni dalla messa al bando dell’amianto, grazie alla Legge 257/92, ma la sostanza continua ad essere presente in quasi 2.300 scuole, dove sono presenti ogni giorno oltre 350mila alunni e almeno 50mila lavoratori tra docenti, Ata e presidi. Per cercare di ridurre questi numeri, l’Osservatorio Nazionale Amianto, assieme ad altre associazioni, hanno iniziato a fare parte della “Green Community” del ministero dell’Istruzione, creata al fine di realizzare la transizione ecologica prevista dall’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
L’obiettivo ultimo della struttura è la realizzazione di attività di educazione ambientale con esperti, oltre che eleminare l’amianto dagli istituti scolastici. La piaga dell’asbesto per l’esposizione all’amianto che causa tumori e morte, è infatti ancora un grave problema in Italia.
Le bonifiche sono in ritardo e l’eternit (cemento amianto) è presente ancora in numerosi edifici pubblici, perfino negli ospedali.
L’Osservatorio già nel 2012 segnalò il rischio amianto nelle scuole, confermato poi anche nell’ultimo rapporto ReNaM pubblicato il 14 febbraio scorso, che segnala 121 casi di mesotelioma nel personale docente e non docente.
Ma è solo la punta dell’iceberg, perché l’amianto è un potente cancerogeno e provoca molte altre malattie, più comuni, e sempre, purtroppo, altamente lesive, e quasi sempre mortali.
Secondo l’Ona, lo scorso anno l’amianto era presente in 2.292 scuole, con esposti 356.900 studenti, ai quali si devono aggiungere circa 50mila persone tra personale docente e non docente.
“Troppe persone – sostiene Ona – sono ancora oggi a rischio esposizione e non è stata realizzata una mappatura completa dei siti contaminati da cui poi partire per le bonifiche”.
Per questo motivo, sempre l’Osservatorio ha creato una apposita app, attraverso la quale provvedere a segnalare le zone in cui si riscontra la presenza di amianto.
Secondo la Società italiana di medicina ambientale, in Italia esistono ancora 96.000 siti contaminati e più di 370.000 strutture contenenti amianto censite dalle Regioni, tra cui oltre 2.400 plessi scolastici rischio.
Poco più di un anno e mezzo fa il Codacons aveva commentato i dati dello stesso osservatorio Ona, rendendone pubblici altri sconfortanti: il 46,8% degli edifici scolastici presenti sul territorio non possiede il certificato di collaudo statico, il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità.
Proprio per l’esposizione continua all’amianto all’interno della scuola, qualche mese fa è stato assegnato un risarcimento record ad un’ex docente, deceduta dopo avere prestato servizio in una scuola dove era presente ancora la sostanza pericolosa.
A stabilirlo è stato il tribunale del Lavoro di Bologna, che ha condannato il ministero dell’Istruzione al risarcimento di un danno che sfiora il miliardo (per esattezza pari a 930.258 euro) per la morte nel 2017 di una docente, Olga Mariasofia D’Emilio, di mesotelioma a causa dell’esposizione permanente all’amianto presente nella scuola in cui lavorava.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio nazionale amianto, ogni anno in Italia si contano oltre tremila vittime da amianto ed il Covid-19 ha aggravato di molto la situazione, poiché i soggetti fragili sono stati esposti anche al virus, portando a 7 mila il numero complessivo di decessi nell’anno.
L’Osservatorio ha anche ricevuto altre segnalazioni di malattie derivanti dall’amianto, che portano, nel 2021, il numero dei casi a 130: aggiungendo i tumori del polmone e le altre neoplasie, si arriva a circa 500 casi. Solo in Emilia Romagna sono stati rilevati 431 istituti con presenza di strutture in amianto. A fronte di alcune bonifiche, negli anni sono stati segnalati altri casi di scuole contaminate, di cui 52 già nel 2016.
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