I casi di scuole italiane in cui si presenta il problema amianto nelle strutture, dai tetti alle mense alle palestre, sono sempre meno sporadici.
Lo denuncia Il Fatto Quotidiano che inizia una carrellata partendo da Milano a Firenze, dove a seguito di una denuncia fatta da un professore poi morto per neoplasia, si è aperta un’inchiesta.
Al professionale di Policoro in Basilicata dopo 365 giorni di pressione da parte di “Cittadinanzattiva” la Provincia nei giorni scorsi è intervenuta ed ha finalmente deciso di rimuovere il materiale tossico
Secondo Legambiente che ogni anno pubblica un rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica il 10% degli istituti ha certificato casi di amianto.
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Sono più al Nord (13,3%) gli edifici con casi certificati rispetto al Sud dove la percentuale è del 6% e al Centro che si attesta al 4,6%. Parametri, questi ultimi, che vanno letti con i numeri che indicano i comuni che hanno effettuato i monitoraggi: al Nord sono il 94,9%, al Centro il 93,3% e al Sud l’83,3%. Nelle isole, invece, i controlli sono stati eseguiti nel 66,7% a fronte di un 8,6% di casi certificati. Ma sono proprio Sicilia e Sardegna a essere quelle che negli ultimi due anni si sono date maggiormente da fare per effettuare azioni di bonifica (6,7%) contro il Sud che si ferma al 4,2%.
A sostegno, precisa Il Fatto, anche l’Osservatorio nazionale amianto che due anni fa ha presentato alla Camera dei Deputati i dati raccolti: “Sono 2.400 gli istituti che registrano la presenza di materiali in amianto esponendo al rischio circa 350mila studenti e 50mila lavoratori della scuola”.
Una cifra che è stata confermata da una ricerca Censis che nello stesso anno stimava in circa 2000 gli edifici scolastici con la presenza della pericolosa sostanza.
Intanto, “Secondo il registro nazionale mesoteliomi – spiega il presidente dell’Ona Ezio Bonanni a Il Fatto – istituito presso l’Inail, che censisce le neoplasie dovute all’amianto (pleura, peritoneo, pericardio e tunica vaginale del testicolo) nel 2012 (ultimo anno analizzato) erano stati registrati 63 casi nel comparto istruzione: 41 uomini e 22 donne. Venticinque insegnanti, sei bidelli, cinque tecnici di laboratorio. Non è dato sapere la loro sorte, ma considerando quanto sia fulminante la malattia dopo la diagnosi, è legittimo supporre che siano tutti deceduti”.
Secondo l’Ona l’unica Regione ad avere dei numeri precisi è il Lazio che con l’Inail, il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità dal giugno 2012 ha dato avvio ad una mappatura degli istituti scolastici dove vi è conoscenza della presenza di amianto. Su 2.297 scuole contattate, 789 istituti hanno risposto, 1.508 non hanno partecipato alla compilazione della scheda, scrive sempre Il Fatto.
Nel 16% delle scuole controllate si è riscontrata la presenza della sostanza in coperture, cassoni idrici e linoleum: 5 sono state individuate in provincia di Frosinone, 20 in provincia di Latina, 9 in provincia di Rieti, 217 in provincia di Roma e 24 in provincia di Viterbo.
Gli aggiornamenti arrivano da Legambiente che sta elaborando in queste ore il nuovo rapporto: nel 2014 la maglia nera è andata a Sassari (39% di casi), a seguire Genova (27% di casi), Bari (23%) e Firenze (16%). Una classifica che nel 2015 cambia.
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