Tumore alla laringe, alla faringe, alle ovaie; tumore polmonare, asbestosi, ispessimento pleurico; placche pleuriche, danni cardiaci e respiratori; e il malanno più temuto: il mesotelioma. Sono queste le malattie più frequentemente legate all’esposizione alle fibre di amianto, killer silenzioso presente purtroppo anche in moltissime scuole del Bel Paese, malgrado la sua messa al bando risalga già un quarto di secolo fa (legge 257/92).
La Tecnica della Scuola ha già dedicato più volte le proprie pagine a questo inquietante argomento. Un dossier dell’ONA (l’Osservatorio Nazionale Amianto, nato nel 2008), rivela che in realtà sono molte altre le neoplasie che l’inalazione di una sola microscopica fibra di questo composto minerale può provocare: al colon-retto, alla colecisti, al cervello, al pancreas, al rene, alla prostata, alla vescica, alla vagina, alla tiroide, ai tessuti emolinfopoietici, all’esofago, alla mammella. Può inoltre provocare malattie degenerative come la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), l’autismo, il morbo di Alzheimer e la miocardiopatia, in quanto colpisce anche cuore e sistema nervoso centrale.
Ce n’è abbastanza per impegnarsi affinché nessuno studente, nessun docente, nessun genitore, nessun lavoratore entri in contatto con l’amianto quando si reca in una scuola?
Ebbene, nonostante ciò almeno 275 sarebbero, solo nel Lazio, gli edifici scolastici in cui è ancora in agguato questo mostro. Quarantaquattro di questi presenterebbero situazioni molto pericolose, causa della presenza di amianto in 5.000 metri quadri di amianto. E secondo Ezio Bonanni, l’avvocato presidente dell’ONA (che già dal 2012 denuncia il problema dell’amianto nelle scuole), «Sono in continuo aumento i casi di mesotelioma e patologie asbesto-correlate nel personale docente e non docente nelle scuole di ogni ordine e grado». Nel marzo scorso, Bonanni ha dichiarato che sono 2.400 le scuole «imbottite» di amianto, e che ciò mette a rischio «più di 350mila alunni e 50mila tra personale docente e non docente». Cifra mai smentita, e pubblicata dall’ONA fin dal 2011: motivo per cui, mancando aggiornamenti più recenti, la cifra reale potrebbe essere bn più alta.
I Governi Renzi e Gentiloni avevano promesso il risanamento: promesse senza seguito, spiega Bonanni. Intanto sono cominciati i processi per la morte di docenti a causa dell’amianto.
Il direttore del Centro amianto della Regione Lazio, Fulvio Cavariani, sottolinea addirittura il pericolo dovuto al «‘trasporto’ delle polveri all’esterno dell’edificio, quindi a casa o in altre parti, dal momento che i ragazzi tendono ad appoggiare gli zaini nei pavimenti rovinati». A rischio, dunque, sarebbero persino i familiari delle persone che frequentano gli edifici scolastici.
Davvero non c’è da stare allegri, dunque. Anche perché amianto è stato rinvenuto in 700 metri di materiale di isolamento termico di 70 scuole; ventuno tonnellate di questo killer giacciono nei serbatoi di cento scuole; e ne contengono ben 150.000 metri quadri delle coperture di trentuno scuole, nonché quattordici pannelli. Il Comune di Roma si è impegnato, quantomeno, a realizzare un monitoraggio complessivo della situazione, da cui partire per quantificare i costi della bonifica e poter operare concretamente. A questo scopo ha invitato l’ONA ai lavori sulla questione amianto nelle scuole della Capitale.
Nel gennaio 2018 si è svolto un convegno INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e le malattie professionali). Una delle relazioni (quella di Stefano Massera) ha avuto come titolo “Il ruolo e i compiti del responsabile della gestione amianto nelle scuole”. Il problema dell’amianto è talmente grave, che nei luoghi di lavoro ove sia presente amianto, oltre al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), deve essere scelto il RRA, ovvero appunto il responsabile per la gestione dei MCA (Materiali Contenenti Amianto), che è figura disciplinata dal punto 4 del d.m. 06/09/1994.
Intanto, agghiaccianti, troneggiano i primi dati riguardanti le vittime dell’amianto nelle scuole italiane: 63 casi, tra i quali ventidue donne e quarantuno uomini; cinque erano tecnici di laboratorio, sei collaboratori scolastici, e ben venticinque i docenti.
Sottopagato, deprezzato, stressante, il lavoro nella scuola rischia di diventare ora, grazie all’amianto, estremamente pericoloso.
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