Attualità

Ammessa alla maturità dal Tar con 5 insufficienze, i prof la bocciano dopo l’orale: lacune troppo profonde

Qualche giorno fa abbiamo parlato del caso di una studentessa del liceo da Vinci di Trento che non era stata ammessa alla maturità causa di insufficienze in fisica, scienze, diritto, matematica e italiano.

Tuttavia, la giovane ha fatto ricorso al Tar e, secondo quanto riporta Il Corriere del Trentino, il tribunale ha deciso di ammetterla con riserva a delle prove suppletive per conseguire il diploma nonostante un rendimento scolastico definito nel decreto “sostanzialmente discontinuo” e caratterizzato anche da assenze e ritardi.

Ebbene, l’alunna in questione, ammessa quindi agli esami, è stata bocciata dalla commissione d’esame all’orale della maturità. Negli scrutini di lunedì pomeriggio, come ha riportato il T quotidiano, ha stabilito che gli scritti e l’orale, sostenuto lunedì mattina, abbiano evidenziato lacune troppo profonde per poter promuovere l’alunna. La preparazione della candidata risulta insufficiente e la ragazza deve ripetere il quinto anno. Vicenda chiusa, dunque; a meno che la famiglia non decida di ricorrere nuovamente al Tar, questa volta per contestare la bocciatura.

CONTRATTO SCUOLA, FIRMA VICINA: COSA VORRESTI FOSSE APPROVATO?

La rabbia dei docenti

Un caso anomalo balzato agli onori delle cronache e accompagnato dal disappunto degli insegnanti trentini (e non solo). A dimostrarlo è la presenza in aula, durante la discussione dell’orale di altri professori del da Vinci, “per far sentire alla commissione il nostro appoggio, visto che c’è una certa pressione”, mentre in corridoio i genitori della ragazza e i legali di famiglia attendevano la conclusione della prova d’esame. Non solo: un insegnante di matematica e fisica dello stesso liceo ha indirizzato una lettera, firmata da oltre un centinaio di colleghi, al ministro Valditara in cui si chiede una riflessione più generale sul ruolo della scuola.

In seguito a questo “fatto, significativo per la sua gravità”, Alessio Marinelli si dice “perplesso” da come “in un colpo solo, il decreto (del Tar, ndr) cancelli la credibilità di una scuola e dei suoi insegnanti radendo al suolo tutto il lavoro di valutazione di un intero anno scolastico”. “Il punto, Signor Ministro, è la scuola e il suo futuro – prosegue il docente, che non è un insegnante della studentessa -. Vedo sempre più ragazzi rincorrere strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali. Vedo la mia categoria umiliata da una decisione che la sorpassa e le toglie autorevolezza. La sospensiva del Tar è uno schiaffo alla credibilità dell’insegnante e le implicazioni che ne conseguiranno saranno pesanti: cosa diremo ai nostri studenti quando chiederemo interesse, impegno, dedizione, quando anni di lavoro potrebbero essere completamente polverizzati a colpi di tribunale”.

Il nodo dei test per l’università

Centinaia le sottoscrizioni a una lettera che chiede “voce e ascolto”, proponendo una revisione dei test d’ingresso universitari. “Durante il quinto anno molti studenti sono praticamente dei fantasmi: il loro interesse è tutto proiettato verso queste prove, ci troviamo per buona parte dell’anno con classi dimezzate, impossibilitati a svolgere in modo continuativo l’attività didattica – conclude il professore -. Anticipare i test a gennaio e febbraio è uno schiaffo alla dignità del sistema scolastico secondario, una delegittimazione totale del valore e del significato più intrinseco dell’Esame di Stato”.

Redazione

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