E nella lettera, si legge su Tiscali.it, invitava gli insegnanti a rivolgere agli studenti e ai genitori stranieri che frequentano e scuole venete “il messaggio di una richiesta di condanna di questi atti”, accostando, senza spiegare perché, l’attentato di Parigi a una vicenda accaduta qualche giorno prima nella sua regione: l’accoltellamento, da parte di un ragazzino quattordicenne di origine tunisina, di un padre italiano intervenuto per difendere il figlio da atti di bullismo.
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Oltre agli studenti veneti delle scuole superiori, che hanno organizzato un sit in di protesta davanti all’assessorato, anche l’Associazione nazionale partigiani che ha puntato l’indice sull’assioma affermato dalla Donazzan nella sua circolare: “Se non si può dire che non tutti gli islamici sono terroristi, è evidente che tutti i terroristi sono islamici e che molta violenza viene giustificata in nome di una appartenenza religiosa e culturale ben precisa”.
Questa frase è ripresa anche nella lettera, scritta il 19 gennaio per essere resa pubblica, che il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, ha inviato al ministro dell’istruzione Stefania Giannini. “Un’affermazione simile da parte di una personalità politica che collega la religione islamica a terrorismo e violenza – scrive il dirigente del’associazione umanitaria – rappresenta per la nostra organizzazione motivo di grande allarme, contribuendo ad alimentare sentimenti di discriminazione e odio religioso che le istituzioni dovrebbero invece contrastare”.
Amnesty International, quindi, chiede al ministro “di provvedere all’immediato ritiro di tale circolare” o lo invita a “chiarire quali passi l’Amministrazione ha intrapreso allo scopo di contrastare fenomeni apertamente discriminatori in contesti scolastici”.