Gli adolescenti chiedono alla scuola le informazioni che le famiglie non sono in grado di fornirgli. Anche per quel che riguarda l’educazione sessuale. È quanto emerge dal rapporto del ministero della Salute, pubblicato in occasione della terza Giornata nazionale di informazione e formazione sulla salute riproduttiva, che si celebra il 22 settembre.
Dal rapporto si evince che in Italia circa un adolescente italiano su tre ha avuto rapporti sessuali completi (35% dei maschi e 28% delle femmine), i metodi contraccettivi più conosciuti sono il preservativo (99%) e la pillola (96%).
In particolare, aumenta l’uso del condom ma il tema resta off limits nelle conversazioni familiari.
L’agenzia Ansa rileva che, sempre per quanto riguarda l’utilizzo dei metodi contraccettivi, rispetto ad un’indagine fatta dall’ISS nel 2010, rimane stabile la percentuale di chi non usa alcun metodo (10%), mentre aumenta l’utilizzo del preservativo (77%) ma anche quello del coito interrotto (26%) e del calcolo dei giorni fertili (11%).
Per quanto riguarda, invece, la “prima volta”, dallo studio emerge che arriva per i ragazzi italiani in media fra i 16 e i 17 anni.
La famiglia è un luogo in cui difficilmente si affrontano argomenti quali “sviluppo sessuale e fisiologia della riproduzione”, “infezioni/malattie sessualmente trasmissibili” e “metodi contraccettivi” (solo il 10% parla in famiglia di questi argomenti in maniera approfondita).
Il 94% dei ragazzi ritiene che debba essere la scuola a garantire l’informazione sui temi della sessualità e riproduzione (ben il 60% di loro ritiene che questo dovrebbe iniziare dalla scuola secondaria di primo grado o anche prima, dato che conferma quanto già emerso nell’indagine ISS del 2010).
Però solo il 22% degli adolescenti vorrebbe ricevere queste informazioni dai propri docenti, mentre il 62% vorrebbe personale esperto esterno alla scuola.
Insomma, per i nostri giovani la scuola sarebbe il luogo ideale per avvicinarsi al mondo della sessualità, ma gli stessi ragazzi si rendono conto che l’ideale è parlarne con chi ha maggiori competenze e tatto nel dialogare su argomenti che a casa spesso sono una sorta di “tabù”.
Infine, appena il 7% degli adolescenti pensa di non avere figli nel suo futuro, mentre quasi l’80% di loro indica come età giusta per diventare genitore prima di avere compiuto i 30 anni di età.
L’indagine ha anche confermato che sono ancora troppo pochi i ragazzi e gli uomini che si sottopongono ad un controllo.
Se è vero che quasi il 75% delle studentesse ha fatto una visita ginecologica, solo un ragazzo su quattro è stato dall’andrologo; per quanto riguarda il consultorio familiare si sono rivolte a questo servizio il 34% delle studentesse intervistate, mentre è stato utilizzato solo dal 13% dei maschi.
Infine, lo studio ha analizzato la propensione dei giovani alla procreazione: le motivazioni per rinunciare o rinviare la nascita di un figlio, escludendo dalla stima le persone senza un partner o che riferiscono problemi di fertilità, sono legate principalmente a fattori economici e lavorativi e all’assenza di sostegno alle famiglie con figli (41%), seguiti da quelli collegati alla vita di coppia (26%) o alla sfera personale (19%); infine ci sono problemi di salute (17%) o legati alla gestione della famiglia (12%).
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