Oggi non si parla d’altro: dei ragazzi, nel corso di una festa, un diciottesimo compleanno, domenica 27 agosto, ad un agriturismo di Anagni, hanno ucciso a calci, riprendendo la scena in video tra le risate, una povera capretta abituata a farsi coccolare dagli ospiti. Lo riporta La Repubblica.
La ricostruzione dei fatti
Come riporta Il Corriere della Sera, due video hanno fatto il giro dei social suscitando indignazione e rabbia. Nel primo si vede un ragazzo che, presa la rincorsa, colpisce violentemente a calci sulla testa la piccola capretta, mentre attorno i suoi amici si divertono, incitano il loro compagno a continuare, a non fermarsi. La capretta stramazza e una volta a terra si contorce, soffre, ma il ragazzo la colpisce di nuovo, ripetutamente, una, due, tre volte. La capretta indifesa perde i sensi, smette di respirare.
“Era una comitiva di una trentina di ragazzi – racconta il titolare del locale -. Sul tardi cominciano a far baccano, ma sia ben chiaro, nessuno era ubriaco. Fanno confusione e per questo li riprendo. E dico loro di calmarsi. Ma della capretta non mi ero accorto. Me ne sono accorto la mattina dopo, lunedì, quando, verso le 6 esco, perché avevo un appuntamento a Roma. Ho visto la mia capretta massacrata. Ho fatto denuncia ai carabinieri che hanno identificato tutti i ragazzi. Di più non so”.
E i carabinieri, infatti, stanno ora procedendo per il reato di maltrattamenti agli animali. I ragazzi rischiano una condanna da quattro mesi a due anni di carcere. Sono quasi tutti giovani della “Fiuggi bene” che sul profilo social “noncisonoproblemi” si vedono mentre contano biglietti di 50 euro presi da un mucchio di soldi; così come stappano bottiglie di champagne per finire ad un video in cui si vedono mentre seguono una gazzella dei carabinieri e, da dietro, mimano l’atto di far fuoco contro i militari. “Oggi per i social si fa di tutto – commenta il ristoratore – e magari poi si dicono anche amici degli animali…”.
Ovviamente, neanche a dirlo, le immagini girate dai ragazzi sono state subito pubblicate su Instagram. Alla luce dei fatti crudeli emersi nei giorni scorsi, dallo stupro di gruppo di Palermo a quello nel parco di Caivano, si tratta dell’ennesimo atto violento da parte di giovanissimi di cui si ha notizia. In molti si chiedono: cosa sta succedendo ai giovani?
I commenti pieni di rabbia sui social
In molti fanno notare che la violenza è sempre esistita; adesso, però, c’è l’aggravante della voglia di farsi notare sui social, e di quella che sembra una vera e propria incapacità di discernere il bene dal male e di capire le conseguenze reali delle proprie azioni. Ecco alcuni commenti degli utenti dei social, uno dei quali addossa, in modo provocatorio, la colpa alla scuola:
“Quando leggo questi fatti mi monta immediatamente una gran rabbia, ma verso i genitori! È il lavoro più difficile del mondo, me lo sono sempre detto, ma se abbiamo noi stessi dei valori riusciamo a trasmetterli!”.
“Il seguito sarà: intervengono i genitori dei ragazzi filmati: ‘Sono bravi ragazzi, è stata una bravata in un momento di euforia! Denunceremo chi li insulterà’'”.
“Che orrore, questi ragazzi senza più sentimenti e umanità. Mi chiedo i genitori dove sono stati, perché la famiglia è fondamentale nel crescere i figli educandoli all’empatia, solidarietà, umanità e ai valori umani e sociale”.
“Gli effetti del perbenismo, del lassismo, della ‘promozione scolastica a tutti i costi’, del senso ormai graniticamente radicato dell’impunità”.
“Oggi una capretta domani una donna, poi un bambino”.
“I genitori dove sono? Cosa hanno insegnato? Due sberle? Sarebbe che fosse la giustizia ad insegnare, ma anche questo sembra difficile”.
“Ma non diciamo che è colpa della scuola, i genitori dove stavano quando dovevano educarli?”.