Sta creando perplessità (e qualche protesta) l’iniziativa della Regione Lombardia di attivare un progetto sperimentale per individuare i casi di assunzione di droghe da parte degli studenti mediante l’analisi del capello.
Per la verità la proposta non sembra avere molte probabilità di andare in porto e non certamente a causa delle proteste delle forze politiche di opposizione.
Il fatto è che la realizzazione di un progetto di questo tipo prevede la gestione da parte delle scuole di dati sensibili che riguardano gli studenti, ma la legge su questo punto è assolutamente chiara: le scuole (ma la regola vale per qualunque altra pubblica amministrazione) non possono trattare dati sensibili se non per esplicita previsione di legge.
La norma è contenuta nel TU 196/2003 in materia di privacy e non pare proprio che possa essere elusa da una legge regionale.