Categorie: Didattica

Anche alle secondaria di primo grado il dettato di italiano?

In Francia la ministra per l’Istruzione Najat Vallaud-Belkacem ha annunciato che dal prossimo settembre gli insegnanti di scuola elementare sottoporranno ai propri studenti l’esercizio quotidiano del dettato.  Questo per cercare di garantire “una base solida agli alunni”, perché “oggi la cosa essenziale è la padronanza della lingua”, riporta Il Corriere della Sera.

E in Italia? Secondo Il Corriere alcuni nostri esperti hanno riconosciuto il crollo delle competenze linguistiche come un’emergenza.

Infatti i congiuntivi non vengono più considerati e i problemi di scrittura si rivelano nel corretto utilizzo di apostrofi, accenti, della lettera acca.

Secondo Tullio De Mauro, massimo linguista e già ministro dell’Istruzione, soffermandosi oltre che sul valore dell’ortografia sull’importanza della calligrafia, rintraccia elementi disgrafici persino in alcuni suoi illustri colleghi, che ormai scrivono “ai limiti dell’illeggibilità”, e collocando il fenomeno all’interno di una più ampia e complessiva decadenza della manualità.

Per Benedetto Vertecchi “l’intervento nella scrittura digitale di correttori automatici riduce la consapevolezza ortografica”, così come “il ricorso ossessivo alla funzione copia e incolla riduce la necessità di sviluppare una linea argomentativa”.

 

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Per questo, viene suggerito, si deve indurre chi svolge la professione di insegnante, specialmente nelle scuole elementari e medie, a una attenta riflessione sul proprio ruolo, che una volta di più si configura negli ultimi anni come quello di un equilibratore, in questo caso “mediatore” nel senso etimologico del termine, tra le opportunità messe a disposizione dalle nuove tecnologie e gli  strumenti didattici più tradizionali, da alternare e rendere funzionali al risultato da raggiungere, che rimane quello di fornire preparazione e competenze adeguate ad allievi e allieve, così da poter dar loro modo di affrontare le sfide del futuro più prossimo.

In una prima media è stata inaugurata una mezz’ora al giorno di dettato, facendo sorgere  delle sorprese, su tutte la partecipazione e il desiderio da parte degli studenti di cimentarsi in questo esercizio, quasi ne avvertissero istintivamente il bisogno; poi, non meno importante, la sensazione che la forma del dettato torni a mettere tutti gli alunni presenti in aula sullo stesso piano, dai BES ai DSA, favorendo il lavoro di concerto con gli insegnanti di sostegno, senza il bisogno di piani didattici a volte forse un po’ troppo personalizzati. Tutto ciò, naturalmente, non impedisce nel corso della settimana alcune incursioni tra blog letterari, scritture digitali, l’ascolto di radio-web tematiche, per favorire l’aspetto grammaticale e sintattico delle lezioni.

Pasquale Almirante

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