“In un Paese con un Governo degno di questo nome Annalisa Savino riceverebbe il ringraziamento del Ministro dell’Istruzione per avere interpretato il proprio ruolo di educatrice nel segno di un alto valore morale e civile”. A scriverlo è Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, in un post sui social pubblicato al termine di una giornata aperta delle parole di condanna del professore Giuseppe Valditara contro la presa di posizione della preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, a seguito dell’aggressione di membri di Azione studentesca ai danni di alcuni studenti: la sua, ha detto il Ministro, è una “lettera del tutto impropria” perché “non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo” e perché in “Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista”.
L’ex premier Giuseppe Conte sostiene che “è quasi avvilente dover spiegare a chi ha in carico la responsabilità del sistema educativo e formativo del Paese che davanti alla violenza di ispirazione neofascista è dovere di tutti, tanto più di chi riveste un ruolo istituzionale, far sentire la propria voce e rimarcare il ruolo della scuola come argine alla violenza e alla intolleranza ideologica”.
Il leader politico dei grillini sostiene che “la difficoltà della destra e di alcuni esponenti di governo a riconoscersi nei valori condivisi della nostra Costituzione è inquietante. Noi, invece, sappiamo bene da che parte stare: dalla parte degli studenti aggrediti, dalla parte della professoressa Savino, dalla parte di chi non si arrende all’ineluttabilità di nuovi rigurgiti neofascisti”.
Anche Elly Schlein, candidata alla guida del Pd, ha condannato il titolare del dicastero bianco: con oltre mille simpatizzanti del Tuscany Hall di Firenze, ha intonato ‘Bella Ciao’.
“Penso che un governo che tace su un’aggressione squadrista fatta davanti ad una scuola – ha detto la candidata -, e che invece minaccia di punire una preside che si rivolge alle studentesse e agli studenti scrivendo di antifascismo, è un governo che legittima quel metodo”.
Schlein, dunque, reputa che “un ministro che ha giurato sulla Costituzione antifascista non sia adatto a ruolo di ministro”.
Nel corso della giornata le parole di Valditara hanno prodotto un coro di ‘no’. A guidare il dissenso è stato il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, secondo cui la lettera della preside sarebbe “un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana”, mentre “l’attacco del ministro è inaccettabile”.
Dopo che il segretario uscente Enrico Letta ha lanciato su twitter l’hashtag, #GraziePresideSavino, il Partito democratico ha chiesto al ministro dell’Istruzione di riferire in Parlamento, trovando la condivisione del M5s che, con la capogruppo al Senato, Barbara Floridia, che ha letto ad alta voce in aula uno stralcio della lettera della ds Savino.
Anche per il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, Valditara è “inadatto al ruolo”. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha parlato di ministro “indegno” che dovrebbe scusarsi o dimettersi, mentre il governatore, Eugenio Giani, ha ringraziato la preside per la lettera “motivo di orgoglio per la Toscana”.
Se per Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde quello di Valditara è “un attacco alla Costituzione”, Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana ha avviato un’interrogazione.
A fianco della preside Savino si è posta anche l’Associazione nazionale presidi: il suo leader nazionale, Antonello Giannelli, ha detto che “il principio della libertà di espressione garantito dalla Costituzione vale, ovviamente, anche per i dirigenti scolastici. Immagino che la preside in questione abbia deciso di intervenire perché i fatti accaduti nei giorni scorsi hanno scosso la comunità scolastica”.
Per Giannelli il “messaggio è riconducibile nel perimetro del mandato educativo di un dirigente scolastico che non poteva restare in silenzio, facendo finta che non fosse successo niente”.
Con Valditara si sono schierati i primi partiti di Governo: secondo Lucio Malan (Fdi) abbiamo assistito ad “indegni attacchi”.
Un alto esponente di Fdi, di cui l’Ansa non rivela il nome, si è lamentato del fatto che “del fatto che da sinistra arrivano giustificazioni e non condanne a quanto accade in certe piazze, come nella manifestazione dell’altro giorno a Firenze”.
“La nostra speranza è che questo clima d’odio finisca con l’elezione del nuovo segretario del Pd”, ha aggiunto spiegando che in questo momento “non c’è un interlocutore: la speranza è che da lunedì si cambi”.
Secondo l’ex sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso occorre finirla di “fare politica nelle scuole”.
Un altro leghista, il senatore Roberto Marti, presidente della VII commissione, ha bollato la lettera della ds Savino “palesemente strumentale: non è suo compito lanciare messaggi del genere che, oltretutto, sono distanti dalla realtà. È ridicolo pensare che oggi ci sia il rischio di un ritorno del fascismo”.
Intanto, gli studenti rialzano la testa: davanti al liceo fiorentino Da Vinci è apparso lo striscione “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare“, firmato ‘Blocco studentesco’, movimento di estrema destra.
E sul profilo ufficiale del Blocco è apparsa una foto dello striscione con un militante che brucia la lettera della preside, la quale secondo le agenzie potrebbe anche presentare denuncia.
Intanto, la Digos ha perquisito le case dei sei esponenti di Azione studentesca, tra i 16 e i 21 anni, indagati per violenza privata aggravata e lesioni per l’aggressione al Michelangiolo: sono stati sequestrati cinque telefoni cellulari e alcuni volantini.