Lottare contro l’abbandono scolastico, trovare le risorse per una grande investimento sull’edilizia scolastica, garantire più asili alle famiglie, ascoltare docenti, studenti, sindacati e associazioni professionali prima di varare riforme scolastiche non sembrano essere più priorità assolute nell’agenda politica del Governo.
Eppure il Pd alla presentazione del suo programma elettorale, ma anche dopo i risultati elettorali, e pure dopo le larghe intese, ha sempre rassicurato il suo elettorato sul fatto che la scuola, dopo i pesantissimi sacrifici a cui è stata sottoposta negli ultimi 5 anni, sarebbe dovuta essere una priorità da sostenere a tutti i costi.
Invece, a sorpresa, nella road map dei primi 100 giorni di Governo, non si trova traccia dei provvedimenti tanto attesi dal mondo della scuola.
La notizia ha avuto come effetto quello di ricompattare il mondo sindacale che sta protestando unitariamente di fronte a questa insensata dimenticanza.
La Flc Cgil esce con un comunicato stampa di Mimmo Pantaleo che critica il Governo, dicendo non può ignorare tra le priorità la scuola pubblica. Dopo i tagli epocali della Gelmini e quelli della spending review del Governo Monti è necessario investire in istruzione, formazione e ricerca. La Flc Cgil chiede espressamente al ministro Carrozza di attivare immediatamente un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali su questi temi che hanno bisogno di condivisione. Anche la Cisl scuola, con assoluta tempestività interviene sulla questione, sottolineando che è impensabile che istruzione e formazione siano le grandi assenti nelle priorità indicate dal presidente del consiglio per i primi cento giorni del suo governo. Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl scuola, fa notare che cento giorni, o poco più, sono anche quelli che ci separano dall’avvio di un nuovo anno scolastico, che tutti vorrebbero si aprisse in un clima nuovo e diverso.
Anche la Uil scuola chiede al nuovo Governo una politica più europeista, che ci avvicini ai livelli degli altri paesi europei; senza trascurare spirito di servizio, sobrietà, capacità di recuperare l’alto valore della politica che, puntando su cultura, sapere, istruzione, favorisca la capacità del nostro Paese di affrontare le difficili nuove sfide valorizzando le tante energie positive che abbiamo nello studio, nella ricerca, nel lavoro.
E così, mentre il mondo del sindacato si ricompatta, il mondo dell’istruzione e della ricerca continua la sua lenta ma ineludibile agonia.
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