A poche ora di distanza dalla dimissioni della ministra per l’industria Federica Guidi, travolta da una intercettazione telefonica, anche la ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, lascia il suo dicastero: “Ho rimesso il mandato nella mani del presidente Matteo Renzi. La decisione è irrevocabile, nonostante mi abbia pregato di rimanere”.
A diffondere la notizia le agenzie che hanno ricevuto il breve comunicato dall’ufficio stampa del Ministero dove ieri, fino a tarda sera, i dirigenti più vicini a Giannini si sono riuniti in conclave.
La ormai ex ministra ha però voluto meglio giustificare la sua decisione rivolgendosi agli italiani direttamente dalla sua pagina Facebook: “Il ministero è ormai ingestibile. Troppi contenziosi e troppi ricorsi. Non si può più stare in pace. Supplenti da un lato, abilitati dall’altro, precari di sopra, Ata di sotto e poi la bufera del concorso, mentre perfino i dirigenti scolatici che ho favorito con tutte le mie forze, nominandoli sceriffi, si permettono di manifestare e organizzare il cedolino-day. Tuttavia devo dire”, prosegue sul social la ministra, “che ha (sic!) pesare più di tutto nella mia irrevocabile decisione è stato il sondaggio della Tecnica della Scuola nel quale è venuto fuori che sarei il peggior ministro della pubblica istruzione che la Repubblica abbia mai avuto finora. Quel sondaggio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
In brodo di giuggiole il suo successore, Davide Faraone. L’annuncio che sarà lui a succedere al dicastero che fu di Benedetto Croce e di Gentile, ma anche di De Sanctis e di Michele Amari, nonché di Spadolini e Moro, è stato lanciato dai suoi collaboratori siciliani al Miur: “Davide Faraone, con grande soddisfazione del premier Renzi, che l’ha subito nominato, ricoprirà il posto lasciato libero dall’on Stefania Giannini che ha diretto il dicastero della Minerva con grande professionalità e bravura, ottenendo però sufficienti risultati, se si escludono alcune discipline come le sfilate a seno nudo a mare.”
A sua volta Davide Faraone, raggiunto dalle agenzie di stampa, ha dichiarato: “Il tempo che Giannini prenda le sue robe, reggiseno compreso, e mi acquartiererò tra le sudate stanze di viale Trastevere. Spero di fare meglio di lei, mentre il mio faro culturale rimane Mao Tze Dong e la sua rivoluzione culturale in Cina. Meno Che Guevara”.
Anche noi abbiamo cercato di contattare qualche funzionario del Miur che, alla nostra richiesta di confermare le dimissioni dell’on Giannini, ha risposto:
”Purtroppo oggi è il primo di aprile e devo smentire qualsiasi illazione di dimissioni e di successione che riguardino sia la ministra Giannini e sia il prode David-e”.
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