Secondo l’Associazione italiana dottori in scienze politiche (Aidosp), l’apertura della nuova classe di concorso «A46», scienze giuridico-economiche, ai laureati in scienze politiche non è così automatica, e penalizzerebbe i giovani.
E così l’Associazione, riporta Il Sole 24 Ore, ha scritto al ministro, Stefania Giannini, chiedono una correzione: «Nelle ultime bozze di revisione delle classi di concorso disponibili online rileviamo come la Ls60/Lm52 (relazioni internazionali) sia inserita nella classe di concorso A46, relativa alle scienze giuridico-economiche. La possibilità di accedere quindi alle graduatorie, per i laureati magistrali dei corsi del nuovo ordinamento derivati da scienze politiche vecchio ordinamento, è quindi un fatto positivo; tuttavia si segnalo aspetti discriminatori che rischiano di vanificare l’intento di chi ha riformato le classi di concorso».
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Infatti, scrive ancora l’Aidosp, risulta comprensibile il fatto che si richieda di aver accumulato 96 crediti in determinate materie, ma non lo è altrettanto l’inserimento di successivi discriminatori vincoli legati a “famiglie” più ristrette di esami (12 crediti per 8 diverse “famiglie”). Questi «eccessivi sottovincoli», a parere dell’Associazione scrivente, infatti renderebbero impossibile l’accesso all’insegnamento per moltissimi laureati della Lm52. Con l’ulteriore paradosso che, essendo i laureati in relazioni internazionali naturalmente più portati alla conoscenza e alla pratica delle lingue straniere, gli stessi non potrebbero nemmeno accedere all’insegnamento laddove si sta sperimentando il Clil sin dalle scuole dell’infanzia. Di qui la richiesta a Stefania Giannini di «ri-esaminare i criteri confidando in una ulteriore meno restrittiva revisione delle classi».