Categorie: Estero

Anche i precari si dividono: il 3 ottobre in piazza con due cortei

Comunque vada la manifestazione dei precari del 3 ottobre ha confermato un dato: associazioni e sindacati di categoria pur essendo tutti d’accordo sulla necessità di sostenere la causa dei precari, vittime di una imperante strategia governativa tagli-posti, continuano di certo a non brillare per l’unitarietà.
Alla mancata adesione all’iniziativa del ‘Coordinamento precari’, da parte di alcuni dei sindacati più rappresentativi (non ci saranno Cisl e Uil Scuola, oltre che lo Snals), negli ultimi giorni si sono aggiunte risposte diversificate sulla decisione se unire il corteo a quello che si svolgerà in contemporanea per difendere la libertà di informazione. Le prese di posizione sono state così nette da portare alla realizzazione di due cortei distinti.
Il primo è quello sancito il 24 settembre, quando il ‘Coordinamento precari scuola’, dopo aver valutato a fondo la situazione, è giunto alla decisione di far partire i manifestanti – tra cui ci saranno rappresentanti della la Flc-Cgil, della Gilda e di diverse associazioni, come quelle studentesche quali l’Uds e la Rete degli studenti – da piazza della Repubblica alle 14,30. Per poi farli passare, esattamente un’ora dopo, a piazza del Popolo, dove una loro delegazione verrà chiamata a parlare sul palco della manifestazione in difesa della libertà di stampa organizzata dalla Fnsi. Una decisione che ha quindi superato l’iniziale contrarietà espressa contro i vertici della Federazione nazionale della stampa, i quali a seguito dell’uccisione dei sei parà a Kabul aveva deciso di posticipare la manifestazione per difendere la liberà di informazione proprio al pomeriggio del 3 ottobre. “Il percorso – ha spiegato una nota emessa dal Cps – è stato democraticamente deliberato dai comitati locali e dalle associazioni che ne fanno parte che si sono espresse“. Terminato l’intervento in piazza del Popolo, i manifestanti di recheranno davanti al Miur.
L’altra manifestazione partirà invece da piazza dei Cinquecento alle 15,00, davanti alla stazione Termini: i partecipanti non passeranno per piazza del Popolo, ma tireranno dritto per viale Trastevere. Il secondo corteo, a cui si sono uniti Sdl Intercategoriale e RdB, sarà guidato dai Cobas e da alcuni comitati locali dei precari: componenti, a cominciare da quello di Salerno che in agosto diede il via alle proteste dei precari in piazza, chiaramente in disaccordo con la linea nazionale del Cps. Secondo Piero Bernocchi, coordinatore di Cobas, non poteva andare diversamente: “il tentativo di convogliare i precari nella manifestazione della Fnsi dimostra una fondamentale divergenza tra le forze in campo rispetto alla riapertura del conflitto in Italia, allo sviluppo di esso e dei movimenti di lotta per la giustizia sociale e gli interessi materiali dei salariati e dei settori popolari e giovanili. Non possono esserci connessioni di alcun tipo tra le due iniziative“.
Il risultato è che la scelta di sfilare con due distinte mobilitazioni non rafforza di certo le richieste dei precari. Così sino all’ultimo alcuni organizzatori dell’iniziativa cercheranno di mediare
cercando di sanare la scissione. Tra questi figura il ‘Coordinamento precari di Catania’ che ha espresso “ferma volontà di evitare il rischio che si svolgano due cortei paralleli di precari della scuola che condividono gli stessi obiettivi”. L’organizzazione siciliana “chiede accoratamente che si svolga un unico corteo ‘unitario di precari della scuola’ avente come meta il Miur attraverso un percorso interamente autorizzato, con l’invio di una folta delegazione a piazza del Popolo per l’importantissimo intervento alla manifestazione per la libertà di stampa, corteo da effettuarsi senza bandiere sindacali o di partito ma solo con le bandiere dei movimenti dei precari, per conservare uno spirito di movimento autonomo e auto-organizzato”.  Una richiesta, probabilmente alla base della divisione, che difficilmente avrà seguito: alla manifestazione ci saranno anche dei partiti, in prevalenza extra-parlamentari, che difficilmente accetteranno di sfilare senza simbolo.
Alessandro Giuliani

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