A rivelarlo è la ricerca “I bambini e l’uso del denaro”, realizzata dall’istituto Iard nel maggio 1999 su un campione di 864 bimbi di quinta elementare di 22 scuole statali lombarde. Secondo l’indagine, i preadolescenti, pur avendo sovente informazioni superficiali, tra le forme di pagamento indirette, conoscono in primo luogo l’assegno e secondariamente il bancomat e la carta di credito. Soltanto il 52,4% è però consapevevole che per usare questi strumenti è necessario avere un conto corrente. Ad entrare frequentemente in una banca è il 48,8% dei ragazzi generalmente perché accompagna i genitori. Più dei padri sono le madri che tentano di coinvolgere i figli nella gestione del libretto di risparmio nominativo che quasi tutti i bambini conoscono e confessano di avere anche se poi non sanno con precisione chi lo amministri.
E’ però chiaro che se avessero 100mila lire di cui disporre liberamente riserverebbero una quota al risparmio (5%) e spenderebbero la rimanenza acquistando innanzitutto giochi elettronici e capi di abbigliamento e per ultimo libri per la scuola o animali. La maggior parte dei ragazzi riceve soldi dai parenti e la “paghetta” settimanale o mensile dai genitori. Tutti indistintamente amano accumulare soldi nel salvadanaio, che ritengono più sicuro del portafoglio. Le informazioni che hanno sono attinte più che dalla scuola dai media e particolarmente dalla televisione. E’ dunque importante che tutte le principali agenzie socializzative incrementino i loro spazi per trasmettere conoscenze mirate ad una maggiore conoscenza dei fenomeni economici-finanziari.