Categorie: Riforme

Anche i sindacati di base respingono la mini-riforma Aprea

Non sono rimasti soltanto l’Idv e la Flc-Cgil ad esprimere dubbi sui 14 articoli che compongono la proposta di legge 935 con primo firmatario Valentina Aprea, l’onorevole del Pdl destinata nei prossimi giorni a lasciare la carica per accettare quella di assessore della regione Lombardia. Ad opporsi al testo sono rimasti anche altri sindacati della scuola. E ciò malgrado l’impianto normativo, che ha ricevuto l’ok della VII Commissione Cultura della Camera e che potrebbe presto essere discusso in Aula, contenga ormai quasi esclusivamente “norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie”. Mentre della controversa “riforma dello stato giuridico dei docenti” è rimasta la presenza solo nel titolo del ddl.
Chi ha cambiato idea, come l’on. Francesca Puglisi (Pd), ha non a caso fatto notare che nella versione attuale del ddl “non c’e più traccia della possibilità di trasformare le scuole in Fondazioni, non c’è traccia di norme sul reclutamento degli insegnanti, funzione centrale della scuola continua ad essere svolta dal Consiglio dei docenti (assente nel testo originario) e dalla partecipazione di genitori e studenti nel consiglio d’istituto (presieduto da un genitore) e nei consigli di classe e di interclasse“.
Tuttavia per diversi raggruppamenti il ridimensionamento della proposta Aprea non basta. Secondo Paolo Latella, segretario Unicobas Scuola Lombardia, ci ritroviamo sempre comunque a commentare un piano nazionale di riforma “distruttivo, anti democratico e pericoloso. Forse l’on. Puglisi ingenuamente non ricorda – sottolinea Latella – che questo disegno di legge è collegato a doppio ‘filo e nodo scorsoio’ con la Legge regionale Lombardia di Formigoni – Aprea (sempre lei), dove nell’impianto normativo il reclutamento diretto (a chiamata) e la trasformazioni delle scuole in fondazioni di diritto pubblico sono gli elementi imprescindibili della stessa legge”.
Per dire no pubblicamente ad entrambi i progetti, nazionale e lombardo, l’Unicobas ha organizzato una manifestazione: si terrà martedì 27 marzo a Milano alle 17 davanti al Pirellone. Alla protesta hanno aderito diversi partiti, associazioni, movimenti locali, facenti capo a docenti, studenti, precari e cittadini comuni. “Mentre il PD dove sarà?”, chiede pubblicamente Latella. Che invece ha solo parole di elogio per l’Italia dei valori, i cui rappresentanti avrebbero “ben presente cosa produrranno sia il disegno di Legge Aprea sull’autonomia scolastica che la Legge regionale Formigoni-Aprea sulla chiamata diretta”.
A reputare insoddisfacente la proposta di legge Aprea è anche l’Anief. Per il sindacato guidato da Marcello Pacifico è grave l’assenza “dell’organo di rappresentanza dei lavoratori”. Inoltre ritiene che  “la durata del consiglio dell’autonomia debba essere annuale e non triennale per impedire vacanze nelle nomine o sostituzioni improprie del personale docente e dirigente”. I rilievi dell’Anief non finiscono qui. In particolare, l’associazione sindacale ritiene pericoloso incentivare, all’interno degli organi collegiali, la presenza di studenti, genitori e rappresentanti degli enti locali a spese degli insegnanti: “una maggiore partecipazione dell’utenza alla vita della Scuola che non può penalizzare la componente docente che ha un ruolo centrare nella progettazione e nell’attuazione del Pof”. E ciò vale pure per “l’elezione del presidente del consiglio”. Il sindacato di Pacifico reputa grave, infine, i mancati riferimenti alla “valorizzazione dell’attività di ricerca e di sperimentazione che da sempre risultano un elemento fondante per l’arricchimento professionale dei docenti e al ruolo delle altre associazioni professionali diversamente dal consiglio nazionale delle autonomie scolastiche”. Oltre la mancanza di riferimenti al Cnpi, “che pure dovrebbe essere rinnovato nei suoi componenti”.
Alessandro Giuliani

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Alessandro Giuliani

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