I lettori ci scrivono

Anche il sindaco di Napoli fa un po’ di confusione sulla scuola


Ieri il Sindaco di Napoli ha emanato una ordinanza urgente e contingibile, la n. 531, per allerta meteo che disponeva la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.

Non sarebbe una novità di cui scrivere, è da un  paio d’anni che accade ma l’ordinanza di ieri ha introdotto un dato nuovo ed indotto tanta confusione.
Nell’ordinanza, infatti a differenza di quanto fatto nelle precedenti, a scuole chiuse, si consentiva l’ingresso degli operatori scolastici (chi sono? Chi sa di scuola non usa questa dizione impropria ma distingue semmai tra personale docente ed ATA) per avviare eventualmente le attività di DID.

Tralasciamo  la singolarità di una nuova  situazione ibrida perché le alternative, finora, erano state o la chiusura tout court delle scuole o la sospensione delle attività didattiche ma non una scuola contemporaneamente chiusa/aperta e funzionante.

Tralasciando anche  la singolare idea di un albero “intelligente” che cadendo distinguerebbe tra l’auto di un docente e lo scuolabus pieno di studenti, nella ordinanza c’è una perla significativa laddove si fa testuale riferimento alla “autonomia dei dirigenti scolastici” nel decidere se attivare o meno la DID.

Chi conosce la scuola sa che non esiste l’autonomia (per fortuna) dei dirigenti scolastici ma semmai della istituzione che attraverso i suoi organi (in questo caso il Collegio dei docenti per la parte didattica ed il Consiglio di Istituto per la parte organizzativa) può adottare decisioni in autonomia entro la cornice normativa data.
Autonomia spesso diventa nella scuola italiana sinonimo di  “anomia”.

Ma l’Ordinanza n.531 può avere indotto persino qualche altra confusione.
Quella di scuole dove per salvare “capra e cavoli” può esser partita l’indicazione ai docenti di restare a casa (così non si correvano rischi) attivando la DID.
Ed ecco l’autonomia che diventa anomia.

Peccato, infatti,  che questa possibilità, la DID da casa, quest’anno, sia illegittima.
L’art. 32 c.4 della legge di conversione 126 del 13 ottobre scorso ha infatti mantenuto il divieto di lavoro agile (smart working da casa) per il personale docente per il corrente anno scolastico.
Peraltro nella legge si è introdotto un correttivo al testo originario del decreto legge n. 104 c.d. “agosto” che non prevedeva esclusioni di sorta mentre la legge di conversione consente lo smart working da casa nella sola situazione di sospensione delle attività in presenza per la emergenza epidemiologica (leggi lockdown).

Insomma con una sola Ordinanza il Sindaco di Napoli è riuscito, pure lui, a suscitare confusione sulla e nella scuola.
Come se non bastassero le prese di posizione assurde di chi (il ministro Azzolina) si è espressa, in occasione del confronto con le Regioni, con un testuale e non smentito “Non se ne parla nemmeno” di ritorno alla didattica a distanza.
In tanti parlano della scuola ma quanti ne parlano con cognizione di causa?

                                                                  Franco Labella

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