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Anche il tempo pieno ha la sua casta

Il pubblico così diventa privato e i figli degli impiegati della scuola superano abbondantemente nelle graduatorie i figli di tutti gli altri. 
Un circolo chiuso ad esempio della casta che privilegia se stessa, con quote riservate per gli impiegati. Un abuso? Sembra proprio di si, anche perché anche gli altri ragazzi sono figli di altri impiegati e per questo le scuole si regolano con criteri di oggettività per accogliere chi ne ha più bisogno, come: alunni residenti nel comune o nella circoscrizione, alunni in condizione di handicap, alunni con entrambi i genitori al lavoro fino al pomeriggio e così via.
Da qualche anno, però, alcuni istituti hanno inserito fra i criteri anche gli alunni con genitori che lavorano nella stessa scuola, spesso fornendo loro una priorità assoluta nell’accesso al tempo pieno rispetto ad altri. Un po’ come dire che su quell’istituto – pur essendo pubblico – hanno più diritto di altri visto che ci lavorano.
Gli esempi, dice la Stampa, di scuole dove i dipendenti sono garantiti sono molti, basta farsi un giro in rete a spulciare i formulari con i criteri per il tempo pieno e trovarne un bel po’ da nord al centro.
Due punti per i figli dei dipendenti dell’istituto comprensivo della via Cassia a Roma.
Ottavo posto nella graduatoria dei criteri di preferenza al Quarto Istituto Comprensivo di Padova, preferiti a disabili, figli di entrambi i genitori che lavorano o separati.
Priorità assoluta al 198mo circolo didattico a Roma insieme con handicap e alunni con uno o più fratelli che frequentano la stessa scuola.
Priorità assoluta all’Istituto Comprensivo Calderini di Acilia (Roma), più degli alunni con handicap, problemi familiari o figli di genitori disoccupati.
Priorità assoluta anche all’istituto comprensivo di Campagnano a Roma, anche in questo caso più degli alunni con handicap, con problemi familiari o con genitori disoccupati.
Quando al Ministero dell’Istruzione hanno saputo di quest’usanza sono stati molto netti: ‘Chiederemo agli Uffici Scolastici di intervenire per eliminare questi criteri che non hanno ragione di esistere’.

Pasquale Almirante

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