La famosa “flipped class”, ovvero “lezione capovolta”, parte anche in un istituto napoletano dove appunto i contenuti si studiano a casa, grazie a supporti disponibili on line, mentre il tempo di lavoro in classe è dedicato esclusivamente al confronto con il docente, al dibattito con i compagni e all’approfondimento.
L’esperimento, al quale i docenti hanno aderito su base volontaria, è attivato per tutte le materie e coinvolge classi “eterogenee, con ragazzi di tutti i tipi: motivati, meno motivati, disabili, immigrati, siamo convinti che l’apprendimento sia un processo collettivo, partecipativo, cioè che si impari insieme”: spiega il preside.
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Che aggiunge: “Con questo sistema le famiglie spendono la metà in libri, cioè i 250 euro necessari per l’acquisto di un notebook”, anche se l’obiettivo principale della “flipped class”, è avere “risultati migliori basati sul maggior entusiasmo dei ragazzi”. Il numero di domande di iscrizione alle due classi sperimentali, infatti, è stato superiore ai posti disponibili, anche se, per un primo bilancio dell’esperienza, Pezza invita alla cautela: “a soli tre mesi dall’avvio delle lezioni, in un anno ‘particolarmente tormentato’, è difficile dire se le cose vanno bene o male, e proprio stamattina ho dovuto affrontare alcuni problemi tecnici, che ogni tanto ci sono”.
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