Le organizzazioni degli insegnanti accusano il Governo Raffarin di trascurare la scuola e di non considerarla più una scelta prioritaria per la nazione.
Il nuovo governo ha, infatti, annunciato l’abbandono del piano pluriennale del reclutamento degli insegnanti, ereditato dal precedente Governo Jospin, e ha preventivato tagli per 20.000 contratti entro il 2003.
Neanche la ricerca e l’insegnamento superiore si salvano, con riduzioni di budget che arrivano fino al 50 per cento del bilancio previsto dal piano pluriennale 2001-2003.
Patrick Gonthier, segretario generale dell’Unsa–Education accusa il Ministro dell’Istruzione d’essere incapace ad allacciare un vero dialogo con le forze sociali.
Dal suo canto, il Ministro Ferry si difende chiedendo più tempo per i necessari approfondimenti delle tematiche. Ma è accusato da Gonthier di utilizzare il rinvio come strategia per non assumere le decisioni di cui la scuola ha bisogno.
Le associazioni dei genitori e degli studenti, inoltre, protestano contro le recenti disposizioni legislative, che prevedono pene detentive o multe pesanti per i genitori degli alunni assenteisti e rifiutano la logica governativa dell’assimilazione dell’alunno assente come potenziale delinquente.
Per maggiori informazioni, si rinvia agli articoli apparsi su Le Monde del 16 ottobre 2002, ovvero alla consultazione dei siti presenti in "Ulteriori approfondimenti".
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