Dopo le critiche degli studenti, le perplessità dei docenti e lo scetticismo di alcuni sindacati ora è diventato bersaglio di critiche anche al Senato: è il decreto ministeriale n. 80, presentato un paio di settimane fa dal ministro Fioroni, che di fatto obbliga gli studenti a recuperare tutte le insufficienze entro l’inizio del nuovo anno scolastico.
Con sorpresa generale, il 17 ottobre l’aula ha infatti approvato a larga maggioranza un ordine del giorno proposto dal leghista Roberto Calderoli sul ripristino improprio degli esami di riparazione.
Un ‘intoppo’ non previsto che potrebbe complicare i progetti di viale Trastevere che considerava il testo già per acquisito e praticabile con effetto immediato.
A mettere i bastoni tra le ruote del Ministero della Pubblica Istruzione ci ha pensato Roberto Calderoli, leghista e vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Madama, secondo cui “il ministro Fioroni aveva surrettiziamente reintrodotto, chiamandoli in forma diversa, attraverso un semplice atto amministrativo come un decreto ministeriale, gli esami di riparazione, i famosi esami di settembre, cosa che aveva determinato la massiccia protesta del mondo studentesco.
Ma gli esami di riparazione – ha concluso Calderoli – sono stati aboliti per legge e quindi chiunque voglia reintrodurli deve far approvare una legge in tal senso da parte del Parlamento, che non può essere espropriato di questo potere decisionale”.
Anche in Senato si discute sul nuovo sistema dei debiti
Questo l’ordine del giorno approvato a palazzo Madama: “il Senato impegna il Governo a riferire alle competenti Commissioni e, valutato il conseguente dibattito, a intraprendere le eventuali necessarie iniziative”.Fioroni comunque ha avuto l’occasione di difendere il provvedimento lo stesso giorno, attraverso un question time alla Camera, chiedendo di voler fare chiarezza “sull’informazione distorta e sulle strumentalizzazioni che dipingono il nostro decreto come una reintroduzione degli esami di riparazione, abrogati nel 95. E’ obbligatorio – ha sottolineato il responsabile della Pubblica Istruzione – che le scuole si facciano carico di organizzare i corsi di recupero o gli interventi di sostegno per quegli studenti che a dicembre mostrano lacune in alcune materie, successivamente sono previste verifiche durante l’anno e a fine anno spetta al consiglio di classe decidere se le lacune sono state superate. E’ prevista anche un’ultima verifica prima dell’inizio dell’anno scolastico e in quella sede il consiglio decide se il debito è superato e quindi dà diritto allo studente ad andare avanti oppure no”.
Fioroni ha aggiunto che il Governo “ha stanziato circa 200milioni di euro per i corsi recuperi, dando incentivo ai docenti o con la possibilità di farli svolgere da nuovi laureati o insegnanti in pensione”. Una precisazione, quest’ultima, che dissipa anche altri dubbi: malgrado il ministero abbia infatti elevato fino a 50 euro l’ora il pagamento delle lezioni di recupero dei debiti, attraverso il nuovo contratto firmato all’Aran pochi giorni fa, nelle scuole c’erano non poche perplessità sull’effettivo interesse da parte dei docenti a dare la loro disponibilità nel condurli (soprattutto nei mesi estivi).
In difesa di Fioroni è sceso il suo viceministro, Mariangela Bastico, secondo cui “Calderoli parla impropriamente: nessuno ha reintrodotto esami di riparazione, ma solo obbligo del recupero dei debiti”. “Si resta francamente sconcertati – ha detto la Bastico – dall’interpretazione che viene data dal senatore Calderoli riguardo all’ordine del giorno approvato dal Senato. Il testo del dispositivo parla chiaro e parla da solo. Dove sia lo stop e a che cosa, visto che nessuno ha reintrodotto gli esami di riparazione, solo Calderoli lo sa. Così si rischia di creare confusione e disorientamento tra gli studenti, il personale della scuola e le famiglie”.
Sulla vicenda ha voluto dire la sua l’Unione degli Studenti, che pur apprezzando la “sensibilità rispetto alle nostre richieste di far discutere ed eventualmente approvare al parlamento le metodologie di recupero dei debiti formativi”, ha ravvisato “una volontà da parte di alcune fazioni politiche di destra a strumentalizzare le nostre richieste e i nostri bisogni”.
Fatto sta chel’approvazione da parte di palazzo Madama della proposta del senatore Calderoli ha rimesso tutto in discussione: nei prossimi giorni il decreto verrà valutato sia dalle commissioni competenti che dalla stessa aula del Senato. Se dovessero subentrare ulteriori dubbi o contestazioni sulle procedure, il nuovo sistema di debiti formativi rischierebbe seriamente di essere rinviato all’anno scolastico 2008-2009.