Home Attualità Anche la Chiesa deve versare l’Ici, la scuola Montessori aveva ragione

Anche la Chiesa deve versare l’Ici, la scuola Montessori aveva ragione

CONDIVIDI

L’istituto Maria Montessori di Roma ha vinto la sua battaglia: lo Stato ha diritto a riscuotere l’Ici non versata dal 2006 al 2011 da parte degli enti non commerciali, in particolare dalla Chiesa. A stabilirlo è stata la Corte di giustizia dell’Unione europea, che ha accolto il ricorso dell’istituto capitolino e annullato la decisione della Commissione del 2012 e la sentenza del Tribunale Ue del 2016 che avevano sancito “l’impossibilità di recupero” dell’imposta da parte dello Stato italiano. Sempre la curia europea ha invece ritenuto legittime le esenzioni dall’Imu.

“Alla fine Davide ha battuto Golia”

“È stata lunga, ma alla fine Davide ha battuto Golia”, hanno commentato le titolari della scuola che nel 2006 decisero di sostenere la battaglia del Partito Radicale, dopo che il governo Berlusconi prima e quello Prodi poi avevano esentato enti assistenziali, sportivi, culturali e religiosi dal pagamento della tassa comunale sugli immobili.

Dell’agevolazione ha beneficiato soprattutto chiesa cattolica. Ma è tutto dire, ha commentato l’Ansa, che l’esenzione è state messa in discussione addirittura da Papa Francesco che nel 2015 spiegò che “se un convento religioso lavora come un albergo, paghi le tasse”.

Ora però serve una norma approvata dai palazzi della politica

Cosa accadrà ora, lo prova a spiegare Guido Castelli, delegato Anci per il Fisco locale: “La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue – ha detto sempre all’Ansa – non consente direttamente ai comuni di recuperare gettito e soldi per l’Ici non versata, piuttosto sanziona l’Italia per una norma del 2012 per aiuti di Stato”.

Inoltre, “questa sentenza riguarda esenzioni che hanno operato tra il 2007 e il 2011 e non interferisce su ciò che è accaduto dopo il 2012”.

“Per intenderci – prosegue Castelli, che è anche sindaco di Ascoli Piceno – questa sentenza non produce la possibilità che nella mia città io possa pretendere da una Onlus che ha gestito una casa di riposo in forma commerciale risorse non corrisposte dal 2007 al 2011. Per questo Parlamento e Governo debbono varare una norma che regoli il recupero di queste risorse, perché la sentenza non opera in maniera diretta e immediata”.

La Cei: niente sconti, ma non danneggiare i servizi

Anche il segretario generale Cei, mons. Stefano Russo, ci tiene a fare dei distinguo: “Chi svolge un’attività in forma commerciale, ad esempio, di tipo alberghiero, è tenuto, come tutti, a pagare i tributi. Senza eccezione e senza sconti. Detto questo, è necessario distinguere la natura e le modalità con cui le attività sono condotte. Una diversa interpretazione, oltre che essere sbagliata, comprometterebbe tutta una serie di servizi, che vanno a favore dell’intera collettività”.

Sentenza comunque storica, per i radicali è solo l’inizio

Per Edoardo Gambaro, legale della scuola Montessori, in ogni caso “è una sentenza storica e se l’Italia non dovesse recuperare gli aiuti, si aprirebbe la via della procedura di infrazione, con altri costi a carico dei cittadini italiani”.

A questo punto, ci vorrà prima una nuova decisione della Commissione europea che valuterà, insieme allo Stato italiano, le modalità di recupero delle imposte non riscosse che nel 2012 l’allora presidente dell’Anci Graziano Delrio quantificò “sui 500-600 milioni di euro” all’anno.

Intanto, però il Partito Radicale, annuncia: “Faremo un altro ricorso per il recupero dell’Ici dal 1992”.