Categorie: Personale

Anche la FLC all’attacco contro le nuove regole di pensionamento sulla scuola

La Flc-Cgil scende dunque in campo contro la legge di riforma delle pensioni a firma della ministra Elsa Fornero e dichiara di impugnare davanti al TAR del Lazio la Circolare ministeriale dell’8 marzo 2012, la Circolare nr. 23 e il Decreto nr. 22 del Miur del 12 marzo con cui viene applicato al settore pubblico e alla scuola la riforma che stabilisce come termine ultimo per godere dei benefici della riforma Damiano (Governo Prodi) il 31/12/2011.
In base alle nuove regole imposte dalla ministra infatti solo chi raggiunge quota 96 entro il 31/12/2011 può godere delle vecchie regole e cioè: 60 anni di età anagrafica e 36 anni di contributi utili oppure 61 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi utili; la quota 96 può essere raggiunta anche sommando le eventuali “porzioni” di anno, quindi ad esempio sommando 60 anni e 2 mesi di età con 35 anni e 10 mesi di contributi utili; oppure 40 anni di contributi utili.
Esclusi quindi coloro che raggiungono quota 96 anche un giorno dopo e in modo particolare i lavoratori della scuola che, godendo da sempre di una sola finestra di uscita, quella di fine anno scolastico, si sono visti negare un diritto.
E’ nato anche da questa “ingiustizia” la costituzione di un comitato “Quota 96”, composto da un nutrito gruppo di docenti e Ata che si stanno organizzando per adire le vie legali al fine di avere spostato i benefici al 31 agosto 2012, in conformità appunto alla specificità della scuola.
La Flc-Cgil dice inoltre che “le novità introdotte da questa riforma sono tutte peggiorative e stanno penalizzando migliaia di lavoratori, in particolare nel comparto scuola e per questo la FLC CGIL sta studiando tutte le possibili azioni per contrastarne l’applicazione.”
“Queste nuove regole hanno effetti diversi anche sui singoli pensionandi e sui requisiti che derivano dalla storia personale di ciascuno. Questo significa che per attivare la tutela individuale e proporre eventuali ricorsi, da valutare caso per caso, è necessario prima di tutto presentare la domanda e attendere un atto di diniego da parte dell’amministrazione a una richiesta di pensionamento o al misconoscimento di uno o più requisiti. Va quindi impugnato un atto amministrativo ben preciso davanti al giudice del lavoro: per l’impugnazione non c’è scadenza. I lavoratori interessati”,
conclude il comunicato Flc, “possono sottoporre l’atto da impugnare agli uffici legali delle FLC CGIL territoriali che li assisteranno nell’azione giudiziaria

Redazione

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