“Il nostro modo di pensare si è formato nella Grecia antica […]. Se ignoriamo l’Ellade non ci capiamo più, per una ragione profonda: mentalmente siamo nati lì”
(Vittorio Mathieu, Le radici classiche dell’Europa).
Nel linguaggio informatico tante espressioni, entrando nel vivo della parola all’indietro, sono visibilmente classicheggianti: fanno riferimento a concetti razionali, scientifici e tecnologici, sostanzialmente figli della tradizione greco-latina. Qualche esempio? Antivirus, Gigabyte, Megabyte, Ipertesto, Log in, Mouse, History, Trojan horse, et cetera.
Insomma, l’informatica ci informa, formandoci sul retaggio antico del Personal Computer. Zanichelli docet! Quindi, cari nativi digitali, date retta a uno dei vostri patriarchi: la conoscenza del mondo classico, della cultura antica, non è affatto incompatibile con la passione per l’informatica, i computer, i software e le app. La morale che ne possiamo trarre è che una formazione completa, in grado di preparare un giovane alle sfide del presente e del futuro, deve saper guardare , da una parte alla cultura classica e alla sua capacità di plasmare la mente, e, dall’altra, al mondo contemporaneo in cui siamo immersi. Ermeneutica temporale: Parola di Bill Gates!
Pertanto, si usi ancora meglio il videoterminale, affinché l’antico non sia terminale, se mai un terminal di volo per il nostro domani. Microsoft può venirci in aiuto come p.c: per presa conoscenza, non per condoglianze!
Francesco Polopoli
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