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Anche per la Fondazione Agnelli ci sono troppe incognite sul nuovo anno scolastico

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March 20, 2025

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“La confusione regna sovrana”:  Andrea Gavosto, della Fondazione Agnelli, non usa mezzi termini nel suo affondo contro il Governo e la ministra Azzolina, che starebbero lasciando  troppe cose allo sbando.

Incertezze e ancora confusione

E aggiunge: “Turni sì, turni no. Sdoppiamenti di classe sì, no, forse. Lezioni di 30, 40, 50 minuti. Servirebbe chiarezza negli indirizzi e coerenza nelle dichiarazioni. Le famiglie sono da tempo esasperate, ora cominciano a esserlo anche i dirigenti scolastici, i più avvertiti dei quali stanno già lavorando a soluzioni” più importanti.

I docenti e i concorsi

Ma non solo, precisa Gavosto, resta ancora “centrale il tema dei docenti. Sarebbe infatti fondamentale che, a partire da settembre, ci si dedicasse in primo luogo a recuperare l’enorme perdita di scuola subita quest’anno a causa del virus. Il rischio è che questa generazione sia segnata da una cicatrice indelebile, che renderà più difficile sia il proseguimento degli studi sia l’ingresso nel mercato del lavoro. Sarebbe bene, perciò, cominciare con tutti gli insegnanti al loro posto”.

Troppo ottimismo

Secondo Gavosto però è difficile condividere “l’ottimismo della ministra Azzolina, che ritiene addirittura possibile fare a meno il prossimo anno di molti degli attuali supplenti annuali. In realtà le supplenze dell’anno scolastico 2019-20 sono passate dalle 109mila del 30 settembre – il dato fornito da Azzolina al Sole 24 Ore – a circa 187mila qualche mese dopo. Da anni, il 30 settembre è presto per tirare le somme.

Abbassare il numero dei precari

“Per fare scendere questo numero enorme – a cui vanno aggiunti i posti lasciati liberi da circa 30mila nuovi pensionamenti – a poco serve ormai assumere in ruolo dai due canali tradizionali: le graduatorie dei vincitori dei vecchi concorsi e le graduatorie a esaurimento. Sappiamo che in molte regioni e per molte materie entrambe sono vuote o vicine a esserlo. Non a caso da 4 anni il ministero riesce a fare solo metà delle assunzioni autorizzate”.