Dopo il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, il 3 febbraio è stato il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, a difendere l’importanza e il potenziale degli istituti tecnici rispondendo ad una lettera degli studenti dell’istituto Aldini-Valeriani-Sirani di Bologna, una scuola superiore che ha formato tecnici di fama nazionale. “Con questo richiamo gli studenti dell’Aldini hanno toccato profondamente la mia sensibilità – ha detto Prodi – perché io ho sempre ritenuto che il nostro sviluppo, il nostro grande salto in avanti è dovuto alle grandi scuole tecniche”.
Gli studenti avevano sollecitato il premier nei giorni scorsi con un’accorata missiva dal titolo ‘Dicci che ci ami’: nella lettera i giovani spiegavano le vicende della scuola bolognese che negli ultimi anni è passata sotto il controllo del Comune. Il passaggio ha creato non pochi problemi alla scuola, soprattutto a seguito della riduzione di fondi e iscritti. L’Aldini-Valeriani-Sirani rimane comunque a tutti gli effetti un istituto tecnico: “I ragazzi di queste scuole – ha detto il Presidente del Consiglio – devono sentirsi artefici dell’Italia di domani e se tra queste scuole non ci sono le Aldini, allora non ci siamo più. Perché questa scuola è stata in passato uno dei grandi esempi della scuola tecnica italiana. Allora evidentemente il problema ha un aspetto locale, ma ancora di più un grande aspetto generale. Abbiamo bisogno delle Aldini e di tante altre scuole come questa”.
Prodi ha assicurato che il Governo rema nella direzione del rilancio: “Dobbiamo potenziare gli istituti tecnici – ha assicurato il premier – altrimenti l’Italia non manterrà quella forza manifatturiera che l’ha fatta diventare un grande paese. Uno dei primi provvedimenti del mio governo è stato rimettere in sesto le scuole tecniche e continuerò in questa direzione. Queste scuole per non essere schiacciate dalla loro stessa pressione interna – ha concluso Prodi – devono tornare di nuovo all’avanguardia tecnica dell’innovazione”.
Prodi ha assicurato che il Governo rema nella direzione del rilancio: “Dobbiamo potenziare gli istituti tecnici – ha assicurato il premier – altrimenti l’Italia non manterrà quella forza manifatturiera che l’ha fatta diventare un grande paese. Uno dei primi provvedimenti del mio governo è stato rimettere in sesto le scuole tecniche e continuerò in questa direzione. Queste scuole per non essere schiacciate dalla loro stessa pressione interna – ha concluso Prodi – devono tornare di nuovo all’avanguardia tecnica dell’innovazione”.
La valorizzazione degli istituti tecnici rientra nel pacchetto di norme approvato il 25 gennaio dal Consiglio dei Ministri in vigore dal prossimo primo settembre: assieme ad una maggiore affermazione dell’autonomia scolastica (che per la prima volta si potrà avvalere di fondi emessi da privati), il Governo ha voluto rilanciare proprio il comparto scolastico tecnico-professionale attraverso un evidente ritorno al modello tradizionale (licei-tecnici-professionali) della scuola media-superiore.