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Anche sui permessi sindacali la solita annuncite autocelebrativa

La riforma Madia della Pubblica Amministrazione, come il concorso docenti della Giannini, si gioca a colpi di audience, contando sull’effetto eco dei giornali e sulla replica di titoli quasi uguali allo scopo di fare presa sull’opinione pubblica.

Dopo il bombardamento mediatico sui licenziamenti in 48 ore (tecnicamente impossibili forse anche in 30 giorni), viene sparato l’annuncio dei mega risparmi ottenuti dal dimezzamento dei permessi sindacali. Argomento che fa presa.

Ma sotto l’annuncio nulla. Proprio nulla di nulla. Il lancio di agenzia è stato ripreso da tutti i giornali con titoloni dai quali si capisce che il governo è stato bravo, ha dimezzato i permessi sindacali e solo nel quadrimestre settembre/dicembre 2014 ha recuperato risorse finanziarie per 12 milioni di euro. Ma per chi vuole verificare, andare alla fonte, approfondire, leggere i dati e fare le sue analisi non c’è uno straccio di documento.

 

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Il governo ha da poco rinnovato il suo sito, che è pieno di foto del premier e di slide, concepito per la comunicazione ad effetto da recepire acriticamente. Per risalire al documento, bisogna navigare nei meandri nascosti del sito. Ma sulla notizia oggetto dell’attuale lancio di agenzia non c’è nulla, e neppure sul sito della Funzione pubblica. È una furbizia: quando salterà fuori il comunicato stampa, i giornali ne parleranno ancora. Ripetizione ed enfasi: la tecnica perfetta della comunicazione di propaganda politica.

Il premier però non è solo il capo politico, rappresenta il governo, e la comunicazione proveniente da palazzo Chigi dovrebbe essere comunicazione istituzionale prima che politica o agiografica, e garantire l’accesso a tutte le fonti documentali.

Ebbene, se finora non c’è un comunicato stampa ufficiale, figurarsi se è reperibile la Relazione sulla Pubblica Amministrazione! Forse la staranno ancora scrivendo, come accaduto in molteplici altre circostanze. Neppure il precedente governo del “grande comunicatore” (come veniva chiamato Berlusconi) aveva mai osato procedere con soli annunci e titoli. È vero che l’allora ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta amava spararle grosse e colpire l’opinione pubblica con brunettate d’artificio, ma i documenti erano sempre reperibili sul sito della Funzione Pubblica e chiunque poteva leggere, verificare, criticare.

 

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Adesso dobbiamo accontentarci fideisticamente delle notizie fatte uscire ad arte, col titolo giusto e la slide accattivante. Un andazzo che una volta si chiamava di “regime”. Oggi appare un po’ più sofisticato e tecnologico, ma la sostanza è quella.

Anna Maria Bellesia

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