Ieri, durante un convegno organizzato a Roma dall’Anp, l’associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, si è parlato di autonomia scolastica e della sentita esigenza di rilanciare un sistema scolastico veramente autonomo con l’introduzione di un “manifesto della scuola” e di un “codice deontologico” pensati per rendere la singola istituzione scolastica realmente autonoma e in grado di interagire con il sistema socio-economico del proprio territorio.
Al convegno hanno partecipato il parlamentare europeo Luigi Berlinguer, Valentina Aprea assessore all’istruzione in Regione Lombardia e in rappresentanza del governo il sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini. Il dibattito ha ruotato, trovando tutti i relatori in sintonia, sull’esigenza di rilanciare l’autonomia scolastica con l’intento di avere una scuola di qualità, meritocratica e che rappresenti il trampolino di lancio verso il mondo del lavoro. Bisogna in particolar modo sottolineare l’intervento di Valentina Aprea che, senza peli sulla lingua e con assoluta fermezza, ha aspramente criticato il concorso a cattedra bandito il 25 settembre dal ministro Profumo, in quanto a suo modo di vedere è ingiusto, dannoso e preclude l’arrivo in cattedra ai giovani laureati.
L’Aprea ha anche rivendicato, con piena soddisfazione, la sua proposta di legge sull’auto governo delle scuole, infatti, continua l’ex presidente della VII commissione cultura, ora assessore all’Istruzione della regione Lombardia, il pdl 953, nonostante gli emendamenti approvati in commissione cultura, che a suo dire non ha modificato l’anima della legge stessa, è ormai prossimo all’approvazione. Secondo il movimento dei precari l’Aprea ha chiaramente ribadito e sostenuto più volte la sua idea originaria del reclutamento degli insegnanti su reti di scuole su base regionale, modalità di reclutamento che, nel discorso della Aprea, è apparsa chiaramente come la futura contropartita politica all’accettazione del “concorsone” di Profumo.
Quindi anche Valentina Aprea è contro il concorso a cattedra, ma se si trovasse un’intesa comune verso la chiamata diretta degli insegnati, anche l’indigeribile concorso sarebbe ben accetto.
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