In riferimento all’articolo pubblicato su Tecnica della Scuola, desidero trasmettere il punto di vista di Ancodis nell’auspicio di avere auspicata attenzione.”C’è chi dice no al giusto riconoscimento e alla conseguente valorizzazione professionale del personale docente che, al fianco del Ds e del Dsga, assicura ogni giorno la governance delle scuole, senza cui la scuola italiana non potrebbe offrire il suo servizio di utilità collettiva in modo efficiente e puntuale.
ANCODIS è impegnata a fornire un solido e credibile punto di riferimento agli oltre 100.000 docenti impegnati nell’organizzazione e nel funzionamento didattico di ciascuna autonoma Istituzione scolastica.
Il rinnovo del CCNL del comparto rappresenta l’occasione per istituire un nuovo modello contrattuale, che dovrà dare meritata attenzione alla valorizzazione – a partire dalla funzione docente – a chi si dedica non solo all’attività di insegnamento, ma anche al funzionamento organizzativo e didattico della scuola in favore delle loro comunità scolastiche e al relativo sviluppo del piano triennale dell’offerta formativa di ciascuna autonoma istituzione scolastica (abbiamo un modello contrattuale fermo al 900!).
ANCODIS è impegnata a dare diritto di parola in tutti i tavoli di confronto istituzionale e sindacale a tutti i docenti “abitanti sospesi della terra di mezzo” ma impegnati in un “diversamente indaffarato lavoro docente“ nelle comunità scolastiche consapevoli che il percorso non sarà semplice, ma con la determinazione e la passione che contraddistingue chi decide di assumere un ruolo così determinante e delicato in favore delle comunità scolastiche.
Nonostante si tratti di una tematica strategica per il comparto scuola, essa appare lontana dalla prevalente cultura sindacale, che – dispiace doverlo evidenziare – a fronte di un dibattito inerente al merito, alla valorizzazione professionale e alla carriera diversificata (punti dei quali NON si deve parlare!), si mostra inadeguata, arcaica e lontana dai valori irrinunciabili dell’art. 36 della Costituzione italiana.”
Rosolino Cicero (Ancodis)