Sono state approvate con il D.L. 5/2022 “Misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell’ambito del sistema educativo, scolastico e formativo” che entrano immediatamente in vigore nella scuola italiana.
E’ stato deciso di mettere fine ad un modello di monitoraggio e di controllo del contagio nelle scuole che ha dato indiscutibili segni di efficienza grazie all’azione di un sistema inclusivo affidato alla responsabilità dei dirigenti scolastici e alla professionalità dei referenti scolastici per il covid19.
Adesso – spacciata per ragioni di semplificazione – è prevalsa una scelta che scarica di responsabilità le autorità sanitarie preposte e assegna gran parte della gestione dell’emergenza alla scuola attraverso un nuovo sistema di regole che di fatto, sulla base del principio dell’autosorveglianza individuale, sbilancia le responsabilità sugli operatori scolastici e sulle famiglie dimenticandosi, per esempio, delle peculiarità degli istituti comprensivi che si ritrovano a dover affrontare la pandemia su contesti anagrafici disomogenei e con preoccupanti criticità.
Non comprendiamo le ragioni di scelte che – nonostante l’emergenza ancora dichiarata – ne limitano il controllo sanitario lasciando però invariati gli obblighi per l’istituzione scolastica.
I referenti scolastici covid19 di Ancodis sono molto preoccupati per quanto potrebbe accadere a partire dal 7 febbraio e sono disorientati sulle ragioni di queste nuove regole!
Sono stanchi di riproporre per l’ennesima volta al personale e alle famiglie un nuovo modello in TOTALE discontinuità con il precedente e che pone la scuola in una condizione di ancora più grave fragilità e insicurezza.
Avremo comunità scolastiche ancora più in tensione nelle relazioni scuola-famiglia e tra famiglie laddove si rilevassero uno o più casi di positività.
Ancodis ritiene questa scelta uno spericolato risiKo a danno di donne, uomini e alunni che invece dovrebbero essere protetti, rassicurati e sostenuti in questa emergenza che ci ha tolto la vicinanza di un sorriso e la forza di un abbraccio con i nostri piccoli e grandi alunni.
Siamo stanchi e sfiduciati; non possiamo accettare di continuare a lavorare in una condizione di insicurezza divenuta per certi aspetti cronica.
Chiediamo alle associazioni dei dirigenti e alle OO.SS. di far sentire la loro voce di disapprovazione di una scelta politica che lascia disorientate e nell’incertezza circa 8000 “cellule vitali” che hanno cercato in questi due anni di alzare un argine alla diffusione del coronavirus nonostante i gravi ritardi e le intollerabili negligenze degli altri anelli preposti alla sua tutela.
Di fronte a questo scenario sentiamo un silenzio assordante…
Ma in quale paese viviamo?
Rosolino Cicero (Ancodis)