Stiamo assistendo – sulla base di dati statistici – ad un dibattito a dir poco surreale relativo alla decisione del datore di lavoro (lo Stato) di richiedere il green pass ai suoi dipendenti nella scuola italiana.
I dati, infatti, ci dicono che almeno l’85%-90% ha rispettato liberamente e consapevolmente le indicazioni sulla vaccinazione anticovid e che il 15%-10% abbia deciso parimenti di non farlo.
Ricordiamo che nella circolare n.13/2020, l’Inail ha scritto che insegnanti, dirigenti scolastici, personale ATA, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, tecnici, educatori ed altri, “qualora la prestazione lavorativa sia resa in presenza – quindi a presupposto contatto con studenti ed altri soggetti – sono da intendersi esposti ad elevato rischio di contagio”.
In previsione dell’inizio del prossimo anno scolastico il Governo ha emanato un Decreto legge che prevede per tutto il personale scolastico (che potranno essere sottoposti a controlli a campione) il possesso del green pass, sanzioni per chi non ne fosse in possesso e anche per chi è tenuto a verificarne la regolarità.
Apriti cielo!
Alcune forze politiche e i segretari delle principali OO.SS. sono scesi in campo e non hanno tergiversato nell’esprimere la loro puntuale disapprovazione, dimenticandosi che l’85%-90% ha completato il ciclo vaccinale, mettendo così in discussione una scelta che ha quale unico obiettivo la tutela dei lavoratori che – a partire dal primo settembre – si troveranno a interagire quotidianamente con una significativa popolazione di adulti e soprattutto di minori che sappiamo bene essere purtroppo potenziale veicolo di propagazione del virus in territorio scolastico.
Che fare allora? Qualcuno vorrebbe lasciare al libero arbitrio la decisione della vaccinazione!
Allora è il caso di prendere a riferimento – con il dovuto rispetto – le recenti e autorevoli parole del Presidente Mattarella quando dice “Il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità. La libertà è condizione irrinunciabile; ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli STRUMENTI e le REGOLE per sconfiggerlo.
Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti”.
E’ fuori di ogni dubbio che l’85% – 90% del personale scolastico abbia avvertito la responsabilità e il dovere di accogliere l’autorevole messaggio!
Ancodis ritiene che in questo momento di incertezza occorre in tutti i modi TUTELARE TRE diritti:
DIRITTO ALLA SCUOLA IN PRESENZA E IN SICUREZZA;
DIRITTO ALLA TUTELA DELLA SALUTE NEL LUOGO DI LAVORO;
DIRITTO ALLA LIBERTA’ A TORNARE A VIVERE RELAZIONI SOCIALI IN SPAZI SICURI.
Ma occorre anche corrispondere a un solo DOVERE: facciamo prevalere il senso di comunità e di responsabilità collettiva rispettando convintamente le ben note indicazioni di prevenzione già adottate cui aggiungere quelle relative alla vaccinazione.
Da donne e uomini di scuola dobbiamo fidarci – e mi pare lo insegniamo ai nostri discenti – della medicina e della scienza, di quanto scrivono le fonti ufficiali e gli Enti preposti alla nostra sicurezza sanitaria e a quella dell’intero Paese (ISS-CTS-AIFA-Ministero della salute).
Per tutti noi un arduo compito: convincere gli incerti, sostenere chi ha fatto in questi mesi la scelta della vaccinazione e chi la farà nelle prossime settimane, incoraggiare chi vive nell’angoscia del “che faccio?”.
In questo modo – unitamente a tutte le misure di prevenzione già adottate nelle scuole – torneremo ad essere più liberi dal Covid19!
Rispetto alla verifica del possesso del green pass, si sta aprendo un altro dibattito surreale: chi se ne deve fare carico?
Proponiamo semplicemente lo Stato che – incrociando l’anagrafe del personale, il codice fiscale del lavoratore/della lavoratrice, in collaborazione con le Aziende sanitarie locali e per il tramite dei medici di famiglia – potrà avere tempestivamente l’anagrafe del personale vaccinato e attivare le sanzionii previste dal Decreto Legge.
Si tratta di un’esperienza già realizzata nello scorso mese di agosto quando il Commissario per l’emergenza stabilì il “programma di test sierologici per la ricerca di anticorpi specifici nei confronti del virus SARS-CoV-2 sul personale docente e non docente delle scuole pubbliche e private nell’intero territorio nazionale”.
Basta ripetere l’esperienza!
Ancodis
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