Ilaria Capua, Scelta Civica, vorrebbe le 24 ore per gli insegnanti: “Penso che nessun lavoratore abbia così tanti privilegi”. Il riferimento è ovviamente ai docenti.
Non se ne può più. Francamente non si capisce questo accanimento. Si continuano a confondere le ore in aula con gli alunni con le ore di lavoro (consigli di classe, collegi dei docenti, rapporti con i genitori, preparazione lezioni, correzione compiti in classe, aggiornamento ecc.). Sarebbe come pensare, ad esempio, che il conduttore di Ballarò (Floris) lavori solo 3 ore alla settimana (la durata della trasmissione).
Non so se si tratti di disonestà o di ignoranza (e, francamente, non saprei cosa scegliere). Ma Ilaria Capua ha mai sentito parlare di La sindrome del burnout negli insegnanti? Alcune categorie di lavoratori, a causa di particolari fattori stressogeni legati all’attività professionale, sono soggetti a rischio per la sindrome del burnout. Tale condizione è caratterizzata da affaticamento fisico ed emotivo, atteggiamento distaccato e apatico nei rapporti interpersonali, sentimento di frustrazione per mancata realizzazione delle proprie aspettative.
Da un’indagine svolta dai collegi medici della Asl Città di Milano nel periodo 1/92 – 12/01 per un totale di 3.049 casi clinici, che ha operato un confronto tra quattro macrocategorie professionali di dipendenti dell’Amministrazione Pubblica (696 insegnanti, 596 impiegati, 418 sanitari, 1340 operatori), in controtendenza con gli stereotipi diffusi nell’opinione pubblica, risulta che la categoria degli insegnanti è soggetta a una frequenza di patologie psichiatriche, indipendentemente da fattori quali il sesso e l’età, pari a due volte quella della categoria degli impiegati, due volte e mezzo quella del personale sanitario e tre volte quella degli operatori.
Questi sono dati che non possono essere ignorati da chiunque sia intellettualmente onesto. Pensare di portare l’orario di lezioni frontali a 24 significa attentare alla salute dei docenti, sapendo di farlo. Sarebbe una vergogna!
Le assenze per malattia aumenterebbero esponenzialmente, le prestazioni dei docenti peggiorerebbero notevolmente, i risultati degli studenti scadrebbero a livelli sempre più bassi.
Se poi aggiungiamo che gli insegnanti italiani sono i meno pagati d’Europa e i più anziani, allora il risultato non potrebbe che essere quello di distruggere la scuola.
Ah, ecco, ora è chiaro:
VOGLIONO DISTRUGGERE GLI INSEGNANTI PER DISTRUGGERE LA SCUOLA!