Il sociologo Umberto Melotti si è imposto un’operazione singolare: trascrivere “I promessi sposi” in lingua italiana moderna, accorgendosi però “che il testo era linguisticamente un po’ superato. Del resto, come ogni cosa viva, anche la lingua si evolve nel tempo e l’ultima stesura del romanzo risale alla pubblicazione in due volumi del 1840 e 1842”.
Tuttavia, secondo il sociologo che interviene su Vita.it, se la lettura del testo in italiano moderno permette di notare con più facilità che nel romanzo vi sono dei personaggi che potrebbero sembrare superati, dall’altro, il romanzo svela modi di fare che sono ancora diffusi nella nostra società.
E dunque una attualità assai importante del romanzo che per tale motivo deve rimanere nei programmi scolastici, come lo è stato finora.
Una delle cose che colpiscono soprattutto è “la rete delle complicità che consentono ad alcune figure di cavarsela sempre e comunque, qualsiasi crimine commettano. In fondo, queste consorterie, in cui quasi tutti i personaggi del romanzo tendono a entrare, sono un elemento ancora presente nella nostra società, anche se ovviamente in forme diverse”.
Ma non solo, c’è anche la capacità del popolo italiano di saper accogliere chi è più fragile, come accade a Renzo quando arriva a Milano durante la carestia e scopre una rete assistenziale, anche privata, che aiuta chi versa nel bisogno.
E poi, a proposito delle pagine che raccontano la peste, Manzoni sottolinea il coraggio, lo spirito di sacrificio e la dedizione con cui i cappuccini e anche il clero assistono gli ammalati nei lazzaretti, rischiando la propria vita. Una generosità, spiega il sociologo, che ancor oggi caratterizza una larga parte della popolazione italiana, impegnata in opere di volontariato, di assistenza e di accoglienza dei più fragili.
E che riconducono alla attualità della pandemia da Covid-19. Come nel romanzo, dove mancano conoscenze precise sulle reali cause del contagio, si diffondono tante voci, timori e resistenze, e molti si rifiutano di accettare la realtà della peste e delle sue forme di trasmissione, così è successo durante la pandemia da Covid-19, quando sono emerse teorie di ogni tipo che negavano la realtà del contagio e l’importanza dei vaccini.
Uguale attualità tra la descrizione che Manzoni fa della Guerra dei trent’anni in Lombardia, distruttiva e violenta, con soldati che uccidono i civili, violentano le donne e saccheggiano e bruciano le case, e ciò che la cronaca descrive oggi della violenza e dell’irrazionalità della guerra in Ucraina.
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