“Sui Pas ancora incertezze e inaccettabili resistenze”: così scrive la Cisl scuola a titolo del resoconto dell’incontro svoltosi ieri, 24 febbraio, al Miur, nel corso del quale sono state affrontate le questioni critiche riguardanti i Pas, con particolare riferimento alle situazioni ancora non definite. Un incontro non ancora risolutivo, che lascia ancora tanti nodi irrisolti.
Ieri, in sostanza, si è parlato delle principali criticità sull’avvio dei Pas: la mancata attivazione dei percorsi per la scuola primaria e dell’infanzia, lo strumento musicale A077 e gli ITP.
Sul primo punto domani, 26 febbraio, si terrà un incontro tra l’Amministrazione e il prof. Dominici, coordinatore delle Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, che, visto l’elevato numero degli aspiranti, presenterà un piano operativo per garantire l’attivazione dei corsi per primaria e infanzia anche in accordo con altri Atenei privi del corso di laurea specifico in Scienze della formazione primaria, ma in grado di poter offrire una analoga offerta formativa.
Per i docenti di laboratorio (ITP), secondo quanto riportato dalla Flc Cgil, l’Amministrazione ha confermato che i corsi di abilitazione, che non è stato possibile attivare direttamente, potranno essere organizzati, con la supervisione dell’Università, da un consorzio di scuole di secondo grado in possesso delle adeguate attrezzature e le competenze per gestirli. Nel caso di un numero limitato di aspiranti sarà anche possibile effettuare accorpamenti per aree omogenee ed eventualmente attivare corsi on-line analogamente a quanto previsto per i docenti all’estero.
In riferimento allo strumento musicale (A077), in considerazione dell’attivazione dei corsi già in numerosi Conservatori, i Sindacati hanno sollecitato l’Amministrazione a garantire parità di trattamento e a sollecitare la Direzione generale per l’AFAM a svolgere un reale ruolo di coordinamento e di indirizzo.
Altro aspetto critico riguarda i permessi per il diritto allo studio: il Miur ha assicurato che a breve una nota di chiarimento dovrebbe permettere di ampliare la platea degli aventi diritto, pur nei limiti del 3%, anche attraverso la suddivisione tra più aspiranti delle ore di permesso.
“La situazione resta comunque ancora molto caotica – scrive la Cgil – e il Ministero non è stato ancora in grado di fornire un quadro completo dei corsi attivati e di quelli ancora non attivati nelle varie Regioni: ancora una volta, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo sollecitato la costituzione di una vera e propria cabina di regia che permetta anche agli Uffici regionali di coordinarsi e di dare risposta alle legittime aspettative degli aspiranti”.
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