Ancora una volta si registrano episodi di furti e di vandalismo nei confronti delle scuole del quartiere Zen di Palermo. Ad essere colpita la scuola Giovanni Falcone che ha subito il furto dei condizionatori installati nel plesso scolastico. Ma non è l’unico episodio. A Villa Ciambra infatti alcuni vandali hanno fatto irruzione e hanno messo a soqquadro i locali della scuola materna.
Scuola che peraltro era stata già presa di mira nei mesi scorsi con il furto di tutte le chiavi dell’istituto e il danneggiamento di tutti i lavoretti dei piccoli. Per contrastare il susseguirsi di questi fenomeni, la dirigente scolastica Patrizia Roccamatisi ha chiesto l’installazione delle telecamere di sorveglianza che, però non sono ancora arrivate.
Non il miglior modo per ricominciare l’anno scolastico e per accogliere il nuovo dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Giovanni Falcone Massimo Valentino (succede a Daniela Lo Verde, dopo la vicenda di qualche mese fa).
Ancodis: “ennesimo atto di violenza verso la comunità scolastica”
Anche l’Ancodis (Associazione Nazionale dei Collaborati dei Dirigenti Scolastici) interviene su questi episodi:
“Apprendiamo da notizie di stampa del grave furto che ha subito la comunità scolastica dell’IC Falcone del quartiere Zen di Palermo. Si tratta – dichiara il presidente Rosolino Cicero – dell’ennesimo atto di violenza nei confronti di una comunità scolastica messa in questi anni a dura prova da azioni violente ed, in ultimo, dai presunti fatti di corruzione.
Comprendiamo bene le tante criticità sociali ed educative alle quali la scuola Falcone deve fare fronte ogni giorno in un territorio martoriato e spesso dimenticato dalle Istituzioni dello Stato.
Alla comunità scolastica, continua il presidente Cicero, al neo dirigente scolastico, ai collaboratori del Ds ed a tutto il personale la vicinanza e la solidarietà di ANCoDiS.
Oggi più che mai non possiamo indietreggiare di fronte ad ogni atto di violenza nei confronti del patrimonio e del personale della scuola. C’è di mezzo la dignità di un Paese”, conclude Cicero.