Cresce la protesta fra i dirigenti scolastici per la mancata sottoscrizione definitiva del Contratto integrativo.
In effetti l’ipotesi contrattuale era stata firmata il 19 luglio ma fino ad oggi il Ministero dell’Economia non ha ancora licenziato il testo definitivo rendendo impossibile la chiusura formale della trattativa.
Nella giornata del 15 gennaio i sindacati firmatari del Contratto nazionale (Cgil-Flc, Cisl-Scuola, Snals e Anp) hanno così deciso di rompere gli indugi ed hanno scritto al Ministero dell’Economia chiedendo l’immediata soluzione del problema.
In un primo momento i ritardi erano stati provocati dalle richieste di chiarimento su alcuni aspetti specifici del contratto (retribuzione per le reggenze e compensi per le attività connesse con l’educazione degli adulti e la terza area professionale).
Ma – sottolineano i sindacati – sono ormai due mesi che il Ministero della Pubblica Istruzione ha fornito i chiarimenti del caso al Ministero della Funzione Pubblica.
La firma definitiva è del tutto indispensabile per poter condurre a termine i contratti regionali che dovrebbero consentire un aumento retributivo medio non inferiore ad un centinaio di euro al mese.
A conti fatti, considerato che il contratto integrativo decorre dal 1° gennaio 2006, ogni dirigente scolastico è già in “credito” di quasi 1.500 euro.
La legge finanziaria per il 2007 ha introdotto una norma che dovrebbe semplificare le procedure contrattuali: dal 1° gennaio di quest’anno non sarà più necessario l’assenso esplicito del Governo o del Ministero dell’Economia per poter ratificare un contratto; dopo la firma preliminare l’accordo diventa efficace a tutti gli effetti se l’Amministrazione statale non formula rilievi entro 45 giorni.
Ad ogni modo i sindacati chiedono una chiusura rapida della vertenza.
“In assenza di riscontro – dichiarano – visto il lungo periodo di attesa già trascorso, si assumeranno le iniziative di merito”.