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Ancora una modifica al decreto legge sulla scuola

Prosegue il percorso del decreto legge sulla scuola varato il 28 agosto dal Consiglio dei Ministri. Con una novità importante.
Agli articoli che già si conoscono ne è stato aggiunto un altro che contiene nei fatti una sorta di integrazione dell’articolo 64 del decreto legge 112 convertito nella legge 133.
In pratica il nuovo decreto legge integra i criteri per la redazione del piano di razionalizzazione indicati dalla legge 133 con un riferimento proprio alla discussa questione del “maestro unico”.
Il criterio precisa meglio la “rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica  della scuola primaria” di cui parla la legge 133 e stabilisce che le istituzioni scolastiche che comprendono scuole primarie devono prevedere che le classi siano affidate ad un solo insegnante e funzionino per 24 ore settimanali.
Di conseguenza (il decreto non lo dice, ma è implicito) i docenti assegnati a queste classi prestano servizio di insegnamento per 24 ore settimanali.
Inoltre su richiesta delle famiglie, e in via eccezionale, tali classi potranno funzionare fino a 26-27 ore settimanali a condizione che questo non comporti un aumento di organico.
Ma allora come faranno le scuole ad ampliare l’orario ?
Il decreto fornisce la soluzione: le scuole potranno utilizzare il 30% dei  risparmi derivanti dal piano di razionalizzazione , come previsto sempre dall’articolo 64 della legge 133.
Con i risparmi,  le scuole potranno pagare ore aggiuntive al personale già in servizio e venire così incontro alle richieste delle famiglie.
Secondo fonti attendibili il decreto sarebbe già stato firmato dal Presidente della Repubblica e sarebbe quindi pronto per essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
In tal modo nei prossimi giorni, quando il ministro Gelmini incontrerà le organizzazioni sindacali, la questione del “maestro unico” sarà già stata formalmente definita per legge e di fatto non potrà più essere oggetto né di contrattazione né di concertazione.
Così come non potrà in alcun modo essere discusso il problema dell’orario di servizio dei docenti assegnati alle classi funzionanti a 24 ore, essendo anche questo definito mediante decreto legge.
E’ molto probabile che questa ultima novità sia stata confezionata dallo stesso Ministro dell’Economia nel tentativo di limitare al massimo le possibilità di concertazione con il sindacato.
Proprio per questo si attendono ora le reazioni delle parti sociali che, certamente, avranno molto da ridire non solo nel merito ma anche sul metodo.
Reginaldo Palermo

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