Sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° maggio scorso (prima ancora era il 7 marzo) il divieto introdotto dal cd. Decreto Salva Italia (decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, coordinato con la legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214) che all’art. 12 prevedeva una limitazione all’uso del contante per i pagamenti a vario titolo fatti dalle pubbliche amministrazioni, superiori all’importo di 1.000 euro.
La recente legge n. 44 del 26 aprile 2012, che ha convertito con modificazioni il decreto legge 16 del 2 marzo 2012 (articolo 3 comma 3), ha però ulteriormente prorogato al 1° luglio 2012 la data a partire dalla quale gli enti e le pubbliche amministrazioni non possono più pagare in contanti le pensioni e gli stipendi.
Da tale data, dunque, non sarà più possibile riscuotere in contanti trattamenti pensionistici e retribuzioni pari o superiori a 1000 euro.
Il personale o i pensionati che non vi abbiano ancora provveduto sono invitati a comunicare immediatamente le coordinate bancarie del conto corrente bancario o postale o del libretto postale su cui desiderano che siano accreditati stipendio o pensione.
L’invito è comunque rivolto anche a coloro che normalmente percepiscono compensi inferiori a tale soglia, perché in alcuni casi si potrebbe anche superare il limite consentito per il pagamento in contanti (arretrati, tredicesima mensilità, conguagli…).