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Andare in pensione rovina il matrimonio per il troppo tempo libero, la strana teoria di Cassese

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Riuscire a rimandare più avanti possibile la data del pensionamento farebbe bene alla coesione della famiglia.

Soprattutto quando si tratta di uomini, perché a causa dell’improvviso eccesso di tempo libero a disposizione, derivante proprio dallo stato di pensionamento, diventerebbero addirittura fastidiosi e lesivi dell’armonia matrimoniale.

“NESSUNO DOVREBBE ANDARE IN PENSIONE”

A pensarla così è il giurista Sabino Cassese, che ha espresso la sua singolare opinione l’8 novembre, a margine di un incontro alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, promosso dall’associazione degli allievi e dall’associazione culturale Cest di Torino.

“Io sono convinto che nessuno dovrebbe andare in pensione. Mai. Ciò farebbe bene alle famiglie e ai matrimoni, ridurrebbe i litigi tra marito e moglie”, ha detto Cassese, tra il serio e l’ironico, commentando le tante lamentele per l’innalzamento ulteriore dell’età pensionabile dovuto sia alla riforma Monti-Fornero sia al legame che da alcuni anni i vari governi hanno voluto realizzare con l’aspettativa di vita media in Italia.

Secondo il giurista, lasciare il lavoro per la pensione a 67 anni non va considerato un dramma. Anzi, continuare ad essere occupati permetterebbe addirittura di mantenere degli effetti benefici alla vita di coppia.

LA MOGLIE INFASTIDITA DALLA PRESENZA DEL MARITO IN CASA

“Quando il marito sta a casa a lungo – ha spiegato ancora Cassese – comincia a dare fastidio alla moglie e dunque ritengo che la pensione rovina i matrimoni. Mi rendo conto che questa mia posizione è piuttosto singolare, ma sono convinto che sia utile che ciascuno si mantenga costantemente in attività”.

Il ragionamento dell’esperto di Giurisprudenza, ad ogni modo, vale per gli uomini. Nella scuola, vale la pena ricordare che oltre l’80 per cento degli insegnanti è donna. Quindi, ammesso che Cassese abbia ragione, la categoria non sarebbe troppo coinvolta in questo fenomeno dei matrimoni a rischio.

Nel senso che le donne potrebbero andare via comunque prima degli attuali tetti. Perchè sarebbero i mariti a “sacrificarsi”, rimanendo al lavoro fino alle soglie dei 70 anni. Peccato che il Governo non la pensi così.