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Andeisp: Personale educativo confuso con Ata e collaboratori scolastici

Che il personale Educativo appartenga alla categoria docenti, sembra ancora poco chiaro a tutti, governatori e personale della scuola”.


E’ polemico il comunicato Andeisp in merito alla figura dei docenti educatori, che incontra molte difficoltà a ritagliarsi uno spazio autonomo all’interno del mondo della scuola.
Escluso ingiustificatamente dal piano assuzionale previsto dalla Buona scuola – continua il comunicato – destinato a tutti docenti precari inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento, tranne che al personale educativo, sebbene questo ne facesse parte al pari di tutte le altre classi di concorso. Messo da parte dalle varie categorie sindacali, scese in piazza a difendere i diritti dei docenti, ma mai menzionando tra questi il personale educativo. In questi giorni arriva l’ultima beffa subita da questa categoria di precari della scuola.
Nel sito dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, nella sezione riguardante le convocazioni per la stipula di contratti a tempo determinato, il Personale educativo è stato inserito tra il Personale Amministrativo e i Collaboratori scolastici. Senza nulla togliere a queste ultime due categorie di impiegati della scuola, Andeisp ci tiene precisare che il Personale Educativo fa parte della classe docente e in tale posto deve stare.
È inammissibile come siano trascorsi 14 anni dal concorso abilitante bandito dal Miur per il pesonale educativo, e ancora in tanti ne sconoscano l’esistenza, o meglio fanno finta che non esista.
Eppure nelle graduatorie ad esurimento vi sono un migliaio di precari, questi continuano a fare supplenze, e che sperano al pari dei docenti in una sistemazione definitiva”.
“Ancora una volta –
chiude il comunicato – Andeisp sottolinea che il Personale Educativo, o meglio docenti educatori appartentengono alla classe di concorso L030, ordine scuola PPPP, parificato giuridicamente e economicamente alla personale docenti di scuola primaria (ex art. 21 del Dpr 417/74). Prima o poi ne saranno riconosciuti i diritti?”

Redazione

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