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Andis: apprezzamenti sul decreto Brunetta

La contrattazione di istituto non può estendersi a materie come le modalità di utilizzo del personale della scuola o l’assegnazione dei docenti alle classi: su questo punto i dirigenti scolastici dell’Andis non hanno molto dubbi e lo hanno messo nero su bianco in un documento approvato nei giorni scorsi durante un convegno nazionale svoltosi a Jesolo.
I dirigenti dell’Andis (la maggior parte dei quali sono iscritti a sindacati confederali)
annunciano anche che a partire dal 1° gennaio 2011 provvederanno ad applicare le norme contenute nel decreto Brunetta relative all’organizzazione del lavoro ed alla gestione del personale.
La presa di posizione dell’Andis non è di poco conto se si considera che soprattutto la Flc-Cgil continua a sostenere, anche se per la verità in modo sempre meno perentorio, che le norme contenute nel decreto Brunetta resteranno in vigore fino alla stipula del prossimo contratto nazionale.
L’aspetto più sorprendente riguarda però il giudizio complessivo sul decreto Brunetta, che viene considerato “coerente con la funzione e il ruolo del Dirigente scolastico individuati nel decreto legislativo n. 165/2001, laddove gli attribuisce la responsabilità diretta della gestione del personale”.
“Il decreto – sostengono i dirigenti dell’Andis – introduce un corretto rapporto tra fonti normative e norme pattizie, individuando con precisione le materie rimesse alla contrattazione, nonché le materie riservate alla competenza esclusiva del legislatore”.
Come è noto, è proprio su questi aspetti che il giudizio dei sindacati è invece nettamente negativo.
Le nuove regole introdotte con il decreto stabiliscono infatti che mediante i contratti nazionali si possono disapplicare norme di legge solo e soltanto se queste ultime prevedono esplicitamente tale possibilità: ed è ovvio che i sindacati della scuola, anche i più moderati, non vedano di buon grado le nuove norme.
Non mancano le valutazioni negative : “L’impianto complessivo del decreto è funzionale ad un’organizzazione del sistema basata su merito e premialità. Questa parte non può trovare al momento applicazione nella scuola, mancano infatti i presupposti giuridici e normativi per la valutazione del personale”.
Sembra peraltro che l’Andis auspichi addirittura una riforma degli organi collegiali finalizzata a sottrarre a collegio dei docenti e consiglio di istituto la competenza ad esprimere pareri e proposte in materia di organizzazione del personale che, secondo i dirigenti dell’associazione, “vincolano la responsabilità del dirigente”.
Tutto questo, secondo l’Andis, “rafforza l’esigenza di una riforma degli organi collegiali coerente con l’autonomia delle istituzioni scolastiche”.
Insomma un giudizio lontanissimo dalle posizioni di Cgil, Cisl e Uil, sindacati a cui peraltro risulta iscritta la maggior parte dei dirigenti Andis.

Reginaldo Palermo

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