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Angosce da assenza di telefonino

Non è cosa nuova il divieto per i bambini newyorkesi di portare il cellulare in classe. Ad essere d’accordo, però, solo i presidi e gli insegnanti, perché invece le mamme, i papà e gli alunni mostrano tutto il loro dissenso per un provvedimento che non li rende certo sereni.
In realtà il divieto di telefonino nelle scuole della Grande Mela non è sopraggiunto da poco: il bando c’è sempre stato, e rientra nel veto di portare oggetti metallici in classe, siano essi coltelli o… pistole. Ciò nonostante, un tacito accordo tra presidi e famiglie, fino a non molto tempo fa, consentiva agli alunni degli istituti sprovvisti di metal detector di portare con sé il cellulare, a patto che non interferisse con lo svolgimento delle lezioni.
I genitori, naturalmente, erano ben lieti di controllare a distanza il proprio bambino e monitorarne i movimenti. In effetti, i papà ma soprattutto le mamme americane avvertono la necessità di rintracciare i propri figli in ogni momento della giornata. Ebbene si, anche quando sono a scuola.
Qualche giorno fa, però, il tacito accordo che rasserenava gli animi di ognuno è stato infranto. Alla Salk School of Science della Ventesima Strada e in altri istituti cittadini sono arrivati gli agenti di sicurezza per i controlli di routine. Dovevano sequestrare armi, anche improprie, ma hanno requisito solo cellulari non permessi: ben 129.
La cosa bizzarra è che appena una settimana prima il preside della Salk School aveva ricordato ai genitori, tramite lettera, che il telefonino a scuola era proibito. I genitori hanno protestato con veemenza contro il provvedimento e hanno trovato man forte nella psichiatra Moira Kennedy della Stuyvesant High School, a dire della quale il dirigente scolastico “non si rende conto dell’importanza di avere una via diretta per poter comunicare col proprio figlio durante la giornata”.
Il preside, però, a costo di essere tacciato di scarsa sensibilità, non intende arretrare dalla sua decisione e ha informato i genitori che i loro figli usano il cellulare per ragioni per così dire sussidiarie, come scattare foto negli spogliatoi, suggerire durante i compiti o gli esami, addirittura qualche volta anche per convocare gli amici per fare a pugni. Gli insegnanti, fortunatamente, appoggiano il preside e ritengono il cellulare solo una inutile distrazione.
La restrizione, nemmeno a dirlo, non incontra il favore degli studenti anche se per ragioni diverse dall’ansia di tranquillità e il bisogno di sicurezza dei loro genitori. La maggior parte di loro senza il telefonino si sente tagliato fuori dalle proprie relazioni sociali e diventano decisamente più problematici anche gli approcci sentimentali.
Non stupiamoci. Pare ci sia ormai poco da fare, il sostituto del cordone ombelicale è ormai davvero indispensabile. E dalle nostre parti le cose non vanno diversamente. Non si contano quasi più i genitori che non lasciano uscire i loro figli senza cellulare, che glielo ricaricano con ritmi esasperati e che pretendono di essere informati di ogni movimento, anche il più banale. Non ci resta che allargare le braccia chiedendoci dove sia finita quella sfera di vita propria che tanto ha aiutato le generazioni precedenti nel loro percorso di crescita.
 
Alessandra

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