“Con il via libera, arrivato poche ore fa dalla prima Commissione parlamentare di Montecitorio, dell’emendamento al decreto legge di riforma della Pubblica amministrazione, si rende finalmente giustizia a tanti lavoratori ultrasessantenni, “rimasti ‘intrappolati’ al lavoro dopo la riforma Fornero”, che avevano diritto ad andare in pensione già due anni fa”. Così commenta l’Anief la quasi ufficiale destinazione verso il pensionamento dei 4mila ‘Quota 96’.
Il sindacato ricorda che anche in quest’ultima fase ha avuto un ruolo attivo: “tra gli emendamenti presentati dal sindacato al decreto di riforma della Pubblica amministrazione, figura anche quello per i ‘Quota 96’, poi confluito in quello approvato dalla maggioranza parlamentare. A questo punto diventa fondamentale l’immediata immissione in ruolo, con effetto pratico da settembre 2014, di 4mila vincitori e idonei di concorso e precari delle GaE, come già chiesto dal nostro sindacato aggiungendo la quota all’interno del contingente già inviato dal Miur al Ministero dell’Economia”.
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir esprime tutta la sua soddisfazione per l’epilogo positivo, anche se ritardato, della problematica: “il nostro sindacato – dichiara Pacifico – è quello che prima di tutti ha avviato una dura battaglia legale per poter mandare in pensione i colleghi che avevano maturato il diritto negli anni 2011 e 2012, chiedendo di attuare una deroga ai ‘Quota 96’, coloro che al termine dell’anno scolastico 2011/12 avevano maturato 61 anni di età e 35 di contributi oppure 60 anni di età e 36 di contributi versati. Ovvero il giusto riconoscimento del prerequisito della riforma Fornero, poiché nella scuola gli anni di servizio si calcolano per anno scolastico e non solare”.
“Dopo due anni di battaglie legali, durante le quali il sindacato ha difeso i diritti negati di tanti di questi lavoratori, prima al Tar del Lazio, poi alla Corte dei Conti e infine ai giudice del lavoro, portiamo quindi a compimento – continua il sindacalista Anief-Confedir – quella soluzione logica che solo dei governanti miopi si ostinavano a negare. Ringraziamo, piuttosto, i tanti rappresentanti dell’attuale parlamento, in particolare l’on. Manuela Ghizzoni del Pd, l’on. Maria Marzana e i tanti componenti del Movimento 5 Stelle, che hanno creduto e tanto si sono impegnati nel raggiungimento di questa soluzione”.
“Ora però – conclude Pacifico – chiediamo anche che non ci si fermi qui: la riforma Fornero va modificata, inserendo l’insegnamento tra le professioni logoranti, come confermato dagli studi in materia di burnout. Perchè va data la possibilità a chi ha insegnato per più di 20-25 anni, oppure ha compiuto i 60 anni di età, di diventare docente ‘senior’, sganciandolo dalla didattica per assegnargli il ruolo di tutor delle nuove leve di insegnanti”.
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