Per Anief è assurda e fuori luogo la richiesta di un atto d’indirizzo all’Aran, sollecitato nella lettera inviata al ministro Profumo dai su citati sindacati in data 3 settembre. A tal proposito Anief ci tiene a ricordare che è improponibile chiedere la firma di un contratto che per legge rimane non sottoscrivibile fino al 2014. La situazione descritta dall’Anief è kafkiana, perché si cerca di recuperare, tramite degli accordi negoziali, le briciole di una tantum versate anche con grave ritardo, piuttosto che ricorrere contro una legge incostituzionale.
Infatti per Anief il fatto che il Ministero dell´economia abbia bloccato la corresponsione degli scatti di anzianità del personale della scuola, in applicazione dell’art.9, comma 23 del dl n.78 del 31 maggio 2010 è una norma che mina il principio costituzionale di avere un contratto che garantisca un ragionevole aumento stipendiale. L’associazione che fa capo a Marcello Pacifico inoltre richiama l’attenzione sul fatto che con il decreto interministeriale n. 3 del 14 gennaio scorso, i sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda, sono riusciti solamente, per ora, ad avere l’una tantum 2010 che non è conteggiabile ai fini dell’anzianità retributiva e dei gradoni stipendiali.
Sulla stessa linea di principio dell’Anief rimane anche la Flc-Cgil, che ha sempre ritenuto illegittima l’applicazione della legge n. 122/2010 che all’art. 8 prevede di riutilizzare le economie dovute ai tagli di organico per ripristinare i gradoni stipendiali. Le intenzioni di Anief e Flc-Cgil sono quelle di ottenere, anche per vie legali, tutto lo spettante senza chinarsi con il cappello in mano a ricevere quell’una tantum, che mortifica i lavoratori della scuola e non li tutela sul ripristino giuridico ed economico del gradone stipendiale spettante.
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