Anief, l’istruzione sprofonda, presidente ne tenga conto

Anief sottopone all’attenzione del Capo dello Sato “il problema dell’istruzione dei nostri alunni”, che invece di essere obiettivo primario “da alcuni anni sta accusando un evidente decremento qualitativo se perde terreno pure a livello, con risultati deludenti in tutte le materie, in particolare in quelle scientifiche, con abbandoni e investimenti ormai così modesti da essere paragonati a quelli della Grecia. Tutto ciò è frutto di una dissennata politica dei tagli e del ricorso a norme che hanno danneggiato gli alunni, le loro famiglie, i docenti e tutto il personale che opera nella scuola.”
“Se si vuole tornare ad avere delle scuole di primordine e degli alunni competenti e preparati alle sempre più difficili sfide del lavoro, è giunto il momento di cambiare pagina. Per questo ci rivolgiamo al presidente della Repubblica appena rieletto. La prima istituzione dello Stato italiano, che dall’alto della sua responsabilità e sensibilità saprà indicare al Parlamento le scelte che portano verso una scuola sana e finalmente competitiva”.
“Anief è convinto che per fare questo occorre ripartire anche da una diversa gestione del personale, cominciando ad abbattere il precariato attraverso l’assunzione a titolo definitivo degli 80mila precari della scuola italiana, in servizio su altrettanti posti vacanti.”
“Vale la pena ricordare che è anche interesse dello Stato italiano provvedere alla stabilizzazione di queste decine di migliaia di docenti e Ata precari su posti liberi.”
“Ma riformare la gestione del personale significa anche rivedere dei lavoratori della scuola in uscita. Come accade in Belgio, dove per questo stesso personale, che svolge un lavoro altamente logorante, sono previste delle “finestre” per uscire anticipatamente ed evitare, come accade per tanti docenti della scuola, di incorrere nel ‘burnout’.
Per coloro che hanno alle spalle oltre due decenni di insegnamento e non intendono lasciare il servizio, è poi sempre più indispensabile prevederne l’utilizzazione come “tutor professionali” da mettere a disposizione delle nuove leve di insegnanti. Come è necessario introdurre una reale formazione in servizio di tutto il personale scolastico, sia per l’approfondimento/aggiornamento di ogni disciplina, sia per l’adozione delle procedure scientificamente più adeguate nel campo del sostegno agli alunni disabili.
A proposito del secondo punto, l’elevazione sino alla maggiore età della soglia di obbligo scolastico e il prolungamento del tempo scuola, Anief sostiene che diventa sempre più cogente l’esigenza di garantire l’istruzione obbligatoria sino all’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado.
Nel contempo, appare fondamentale approvare con urgenza una seria riforma dell’apprendistato, che colleghi la scuola con il mondo del lavoro. Come avviene da tempo in Germania, dove un milione e mezzo di giovani hanno potuto aver un riscontro occupazionale. Come diventa indispensabile tornare a detenere un’istruzione universitaria di qualità, cui garantire adeguate risorse e alla quale va restituita la preziosa opera del ricercatore. Tali manovre, inoltre, dovranno essere sempre accompagnate da un’adeguata riprogrammazione della produzione economica ed industriale del Paese, che poggi sul rilancio dell’enorme patrimonio culturale che il nostro Paese detiene.
A proposito, infine, della revisione dei programmi scolastici, è evidente che è oramai anacronistico parlare di contenuti da “calare” a livello locale, regionale o nazionale: facendo parte di un contesto europeo, l’Italia deve necessariamente collocare le competenze da trasmettere alle nuove generazioni su un livello di più ampio respiro. A tal fine, è imprescindibile l’adozione della seconda lingua straniera per l’intero percorso di studi. Come non può essere più procrastinata la decisione di introdurre lo studio comunitario e delle radici europee come materia trasversale.
Presidente Napolitano, è questa la strada da indicare al legislatore.”

Pasquale Almirante

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