Mentre il Miur attende il parere dell’Avvocatura dello Stato sulla corretta interpretazione della sentenza che ha escluso 50mila diplomati magistrali dalle Graduatorie ad esaurimento e dal ruolo, Anief ha presentato un reclamo collettivo al Consiglio d’Europa perché la sentenza del CdS violerebbe la Carta sociale europea e il principio di non discriminazione. Ma pure il diritto alla stabilità lavorativa, precarizzando il lavoro di migliaia di persone. “In questo contesto lo Stato italiano è colpevole tre volte: come legislatore, giudice e datore di lavoro”.
Ci sono allora tutte le condizioni per sollevare una protesta eclatante, come appunto lo sciopero degli scrutini.
A riportare la notizia (già del resto da noi anticipata) anche L’Avvenire, che scrive: “Per protestare contro lo stallo in cui versa la situazione, ormai da oltre un mese, l’Anief ha proclamato lo sciopero degli scrutini, che, a seconda dei calendari decisi dalle scuole, si svolgeranno tra oggi e la metà di febbraio.
In questo modo, il sindacato punta a bloccare l’attività, con gravi ricadute sugli studenti e le famiglie”.
“L’allarme sul futuro dei diplomati magistrali interessati dalla sentenza del CdS è lanciato anche dalle associazioni Adida e Mida, che parlano apertamente di «enorme licenziamento di massa» al termine dell’anno scolastico. Per fare il punto della situazione, le associazioni hanno organizzato un convegno a Roma per domenica, con i legali che stanno seguendo il caso.
«Si profila un quadro preoccupante che necessita di un momento di confronto immediato – si legge in una nota -. È a rischio la tenuta della scuola».
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